
Casa di riposo
Brescia, 27 aprile 2020 - In tempi cupi di coronavirus, di polemiche, inchieste giudiziarie, contagi e purtroppo decessi nelle Rsa, una nota positiva dal Bresciano. Alla Casa di Riposo Augusto Comini di Collebeato, storica struttura fondata nel 1932, una volta terminato lo screening mediante tamponi, non è risultato nessun contagiato fra i 56 anziani ospiti e i circa cinquanta fra dipendenti, collaboratori, personale addetto alla manutenzione. Così come non ci sono state morti riconducibili al virus.
Merito della linea di assoluto rigore adottata, quando si era ancora alle avvisaglie della pandemia, dal responsabili della Rsa, il presidente Giuseppe Castana, la direttrice Elisabetta Sagonti, il direttore sanitario Sergio Carasi, la coordinatrice Cristiana De Luca. «Fin dai primi segali di emergenza - dice Castana -, il 23 febbraio, la direzione, attuando un piano già predisposto, ha provveduto a mettere in sicurezza il personale e i degenti, adottando senza esitazioni le misure poi introdotte a livello nazionale, con mascherine e varie protezioni, secondo il protocollo più rigido. Dal 4 marzo è stato vietato l’accesso ai parenti, che era già era stato drasticamente limitato. Nel contempo, la Casa di Riposo Comini non ha accettato di ospitare degenti in arrivo da altre strutture, rinunciando, tra l’altro,al previsto contributo di 150 euro al giorno».
In una situazione tanto positiva si inserisce ora una sorta di paradosso che induce i responsabili della Rsa a lanciare un appello alla Regione perché venga rivisto il blocco delle accettazioni sul territorio e sia possibile accogliere quanti hanno fatto richiesta. «Se le disposizioni regionali - spiega Castana - prese a suo tempo, non saranno revocate al più presto, andremo incontro paradossalmente, a difficoltà economiche. Questo nonostante che la nostra strategia si sia rivelata efficace nella salvaguardia delle persone che abbiamo in carico e che questa sia stata a costo zero per la Regione. Stiamo mantenendo il livello che esisteva prima dell’epidemia, gli stessi sevizi e gli stessi standard. Chiediamo solo che adesso ci sia consentito di accettare, anche se con tutte le cautele del caso, quanti hanno richiesto di essere accolti nella nostra struttura, fino al limite consentito dal’autorizzazione rilasciata dalla Ats».