BEATRICE RASPA
Cronaca

Lo skilift “sotto accusa”

Caduta fatale a Angelo Frassi. Perizia rileva varie anomalie. .

Lo skilift Duadello presenterebbe "anomalie" non solo documentali, ma anche strutturali, tali da comprometterne la sicurezza: in particolare una stazione intermedia non conforme al progetto originario sprovvista del sistema di sgancio automatico degli sciatori, improvvisata ex post dai gestori per ovviare al problema della mancanza di innevamento a monte. È l’esito della consulenza della procura sulla sciovia della Valpalot, lo scorso 24 gennaio sequestrata - e tuttora sotto sequestro - nell’ambito dell’indagine sulla morte dell’addetto Angelo Frassi. I titolari di Valpalot Ski Silvano Sorio e Nicoletta Merighetti erano stati arrestati per l’omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro del collaboratore. La vittima, 67 anni, di Pisogne, la mattina del 28 dicembre 2024 era caduta da un palo dello skilift, facendo un volo di 7 metri. Vi si era arrampicato usando una scala e un bastone, senza imbragatura né casco protettivo, per sbloccare l’impianto, fermo dopo che un seggiolino si era attorcigliato alla fune.

Per l’accusa gli indagati – nell’inchiesta è coinvolto anche un dipendente della società che risponde di favoreggiamento – avrebbero inscenato un malore così da evitare guai, concordando di spostare il corpo dalla posizione di caduta. Ma l’infortunio è avvenuto sotto gli occhi di testimoni. La stazione intermedia dove quella mattina operava Frassi, che vigilava sulle uscite dallo skilift, per la procura non avrebbe dovuto esistere. Costituirebbe una difformità dal piano dell’impianto, utilizzato impropriamente e in modo pericoloso. Marito e moglie, lui direttore tecnico e allenatore, lei slalomista nazionale, in sede di interrogatorio di garanzia avevano scelto la linea del silenzio. L’esame del consulente tecnico depositato nelle scorse ore in procura non avrebbe evidenziato criticità sotto il profilo della manutenzione ma sotto quello strutturale. L’impianto, sono le conclusioni di parte, non sarebbe stato concepito per fare scendere gli sciatori appunto a metà percorso, uno stratagemma stando all’accusa improvvisato per ovviare all’assenza di innevamento nella stazione a monte. Mancava il sistema di sganciamento automatico, e il “lancio” del seggiolino da parte dei discesisti poteva provocare blocchi. Come è avvenuto il 28 dicembre.

B.Ras.