
L’allarme è scattato nel cuore della notte a Casto da un’abitazione di via Roma al civico 55 al primo piano di una palazzina
Tragedia sfiorata in un appartamento a Casto, dove tre persone sono finite in ospedale per un’intossicazione da monossido di carbonio. Si tratta di marito e moglie, di origini senegalesi, e di un amico connazionale, ospitato dai coniugi. Uno sembrava in gravi condizioni, invece per fortuna con il passare delle ore si è ripreso ed è stato dichiarato fuori pericolo.
L’allarme è scattato nel cuore della notte da un’abitazione di via Roma, al civico 55, al primo piano di una palazzina. La chiamata al 112 è scattata poco prima delle cinque del mattino proprio ad opera dei malcapitati, perché uno - il più anziano dei tre - era in preda a un forte malore. Nella casa tutti dormivano e utilizzavano per scaldarsi una stufa a legna, rimasta accesa durante la notte. E in base ai primi accertamenti a generare l’emergenza e le esalazioni tossiche sarebbe proprio stata la stufa in questione, che per un malfunzionamento lentamente ha saturato gli ambienti di monossido di carbonio, fino a trasformarli in una trappola letale.
Un gas privo di colore e di odore, il monossido, quasi impossibile da percepire perché non irrita né gola né occhi e non puzza, e quindi si diffonde nelle stanze all’insaputa degli inquilini delle stesse, provoca avvelenamenti e nei casi più gravi la morte. Quando gli occupanti dell’appartamento di via Roma hanno chiesto aiuto, in preda a svenimenti e nausea, in casa l’aria si era fatta ormai irrespirabile. Ai soccorritori è bastato aprire la porta per capire che cosa era accaduto. Il più grave è appunto il più anziano, ma si salverà: nel pomeriggio di ieri è stato dichiarato fuori pericolo.
Beatrice Raspa