Casa, inflazione e mutui al rialzo: "Il rischio? Affare solo per ricchi"

Il mercato in Lombardia finora ha tenuto, ma nel terzo trimestre la domanda di residenze è scesa. L’esperto dell’Università Bicocca: si sta accentuando il divario tra il capoluogo e il resto della regione

Casa

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MILANO

di Luca Balzarotti

Crolla la domanda di case in vendita in Lombardia: - 25,6% nel terzo trimestre dell’anno rispetto ai tre mesi precedenti, -8,2% la variazione semestrale. Stabili i prezzi. Nel report dell’Osservatorio trimestrale di Immobiliare.it, il portale leader del settore in Italia, si colgono "segnali interessanti", dichiara Luca Mocarelli, professore di Storia economica all’Università di Milano-Bicocca esperto di dinamiche del comparto immobiliare. In un anno segnato dall’inflazione galoppante e da un rialzo dei tassi che hanno fatto schizzare le rate dei mutui "si è accentuato lo scollamento tra Milano e il resto della Lombardia – analizza Mocarelli –. Non è un bel segnale per Milano: la città è dinamica e ha bisogno di trattenere le energie più creative, i giovani. Ma con questi prezzi è difficile: se in centro si compra a 10-12mila euro al metro quadro, a cascata le periferie sono autorizzarne a chiederne 5-6mila". Rispetto a un anno fa, per acquistare casa nel capoluogo lombardo serve il 4,9% in più. "Un aumento – sottolinea l’esperto – che per la prima volta da tempo è inferiore al dato dell’inflazione (7-8%)". Il report conferma la differenza di prezzi significativa tra capoluoghi e provincia "dovute alla maggiore attrattività dei grandi centri". I pochi casi in cui i valori si ribaltano riguardano realtà a vocazione turistica come la Valtellina e il Garda dove i centri più attrattivi sono lontani dal capoluogo.

Se finora il mercato ha tenuto, il calo della domanda rappresenta un campanello d’allarme. "Siamo tra i Paesi con il più alto tasso di case di proprietà, oltre il 70% – spiega Mocarelli –. Ma se i prezzi sono alti anche fuori dai grandi centri diventa più difficile acquistare. L’idea di cambiare casa, di acquistare un’abitazione più grande anche solo di 20-30 metri quadrati in più viene accantonata perché comporta una spesa significativa. In una fase segnata dall’inflazione e da una crescita dei tassi che si riflette sulla rata del mutuo indebitarsi diventa una scelta più difficile: un conto è sostenere un mutuo da 600 euro, un conto è preventivare un’uscita mensile di 800 o 900 euro". Ecco perché allo stato attuale il rischio è un mercato immobiliare a due velocità. "C’è un parte del settore casa completamente slegata dal contesto economico-finanziario del momento – ipotizza il professore di Storia economica all’Università di Milano-Bicocca –. Una fascia alta che continuerà a poter spendere. E una parte, quella che non riguarda i grandi centri, che potrebbe risentire dell’inflazione e del rialzo del tassi. Anche perché rispetto solo a qualche mese fa, quando veniva ipotizzata una durata relativamente breve dell’inflazione, oggi sappiamo che questo scenario sarà di lungo periodo. Gli economisti dicono che durante l’inflazione conviene indebitarsi perché il denaro perde valore, ma è anche vero che servono i soldi per pagare il mutuo tutti i mesi. E i salari non sono stati adeguati alla crescita generale dei prezzi".