BEATRICE RASPA
Cronaca

Capriolo, accusati di spaccio in concorso: investigatori alla sbarra

Contestata l’istigazione tramite un “agente provocatore”

In borghese contro lo spaccio

Capriolo (Brescia), 4 maggio 2019 - Si servono di un agente provocatore per arrestare gli spacciatori e finiscono a processo per concorso in spaccio. E’ successo a due carabinieri della stazione di Capriolo, un maresciallo e un appuntato, ieri rinviati a giudizio per la presunta istigazione di alcuni pusher a cedere droga servendosi di un protocollo operativo non a norma. Si tratta di una costola di una vicenda che nel novembre 2013 destò molto scalpore perché fece finire ai domiciliari cinque colleghi della stazione, praticamente l’intera stazione capriolese dell’epoca, compreso il comandante.

Gli investigatori furono arrestati per aver condotto decine di operazioni di contrasto spaccio in Franciacorta tra il 2008 e il 2012 con metodi poco ortodossi e fuorilegge. Spinti da ambizioni di carriera, avrebbero ingaggiato informatori così da attirare in trappola gli spacciatori e moltiplicare gli arresti, incuranti delle necessarie autorizzazioni della magistratura e della mancanza di adeguate qualifiche per servirsi di tali protocolli, riservati ai Corpi speciali. Il caso venne alla luce per la denuncia di un «collaboratore» marocchino, che riferì di un accordo in cambio della promessa della regolarizzazione e di un lavoro e in seguito ricattato con botte e minacce. I cinque carabinieri a maggio 2014 chiusero i conti con la giustizia patteggiando pene inferiori ai 2 anni (sospese con la condizionale). Il giudice concesse le attenuanti per avere agito senza tornaconto personale ma solo per fini «istituzionali», e valutò gli episodi all’insegna della tenuità del fatto.

Il fascicolo con le posizioni di altri indagati stava per essere archiviato ma il gip si è opposto, ha disposto nuove indagini e infine l’imputazione coatta. Ai due colleghi ora si contestano tre casi di istigazione allo spaccio: a Rovato nel 2010 per 30 grammi di coca, a Capriolo sempre nel 2010 per altri 50 grammi, e a Palazzolo e Capriolo nel 2011 per 10 chili di hashish. Ieri gli avvocati Fabio Vitali, Corrado Maffi e Roberta Sabatino hanno chiesto proscioglimenti: i loro assistiti non avrebbero ricoperto all’epoca ruoli operativi nell’antidroga ma erano deputati ad attività routinarie di caserma, limitandosi a dare supporto ai superiori. Per la cessione della droga leggera inoltre è intervenuta la prescrizione. Il gup ha però disposto il processo, che inizierà il 6 febbraio 2020.