FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, il Comune: "Rimandare il cantiere della Tav al 2024"

Le richieste a Rfi: "Nel 2023 saremo Capitale della Cultura, avere in città i lavori per la Brescia-Verona sarebbe un danno"

Inaugurazione Tav alla stazione di Brescia, dicembre 2016

Inaugurazione Tav alla stazione di Brescia, dicembre 2016

Brescia, 29 settembre 2020 - No ai lavori per il Tav nel 2023, anno in cui Brescia sarà Capitale della Cultura. Nel presentare le osservazioni al progetto preliminare di Rfi per il quadruplicamento in affiancamento alla linea storica nell’ambito della tratta Brescia-Verona, la Loggia ha evidenziato che sarebbe inopportuno avviare il cantiere del Tav nel 2023, anno in cui Brescia avrà una ricca programmazione come Capitale della Cultura insieme a Bergamo.

«Sollecitiamo a rimandare i lavori al 2024 - ha spiegato il sindaco Emilio Del Bono - una richiesta che ci pare coerente col cammino che ci sarà, visto che siamo ancora nella fase del preliminare". Sarà il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a pronunciarsi sulle osservazioni. Oltre allo slittamento dell’avvio dei cantieri, l’assessorato alla Mobilità guidato da Federico Manzoni ha proposto una serie di miglioramenti, qualificati come opere complementari (non solo compensative) rispetto al progetto che prevede la realizzazione di due nuovi binari a Sud degli esistenti, con tecnologia pari a quella già utilizzata oggi (in uscita da Brescia non si andrà a più di 200 km/h). Brescia mette sul piatto anche il prolungamento del sottopasso di via Sostegno, la riqualificazione di via Verona, la connessione dei parchi Maggi-Basaglia e l’allargamento del sottopasso di via Cadorna.

Diversi anche i miglioramenti sui percorsi ciclabili. Tra le opere compensative richieste ci sono: il collegamento extraurbano Brescia-Gavardina; la realizzazione del percorso ciclabile su via Chiappa; la riqualificazione del percorso su via San Polo. Per quanto riguarda la gestione delle attività di cantiere, viene chiesto di preservare gli ambiti agricoli e di non ricorrere alle cave di prestito. Per quanto riguarda invece gli espropri, nella fascia dei 3 metri dalla ferrovia sono 9 gli edifici coinvolti per 22 famiglie. L’attenzione della Loggia si è focalizzata sui residenti nella fascia tra i 3 ed i 10 metri, per i quali si chiede che si assecondi l’eventuale esigenza di vendere la propria abitazione. Per quanto riguarda infine le prospettive dell’esercizio ferroviario, si chiede che Rfi investa per adeguare la stazione di Rezzato, realizzare la linea Brescia-Ghedi-Montichiari e la fermata della linea di Alta Velocità sul lago di Garda. "Il nostro ruolo come Comune - ha sottolineato Del Bono - è di tutelare il territorio, ma anche cogliere le opportunità che possono nascere dal progetto. Questa è l’occasione per fare disegni di medio e lungo termine".