FEDERICA PACELLA
Cronaca

A Brescia migliaia di pakistani e indiani giocano a cricket, ma non hanno un campo

Sistemazione dell’area di via Gatti o un vero campo fuori dalla città. La Loggia è chiamata a dare una risposta alle richieste dei tanti che praticano questo sport

Giocatori di cricket in un parco di Brescia

Sistemazione dell’area di via Gatti, attualmente utilizzata da una società di cricket, ma si guarda anche a zone fuori dalla città, nei comuni limitrofi, per cercare un’area adatta ad un vero campo. Queste le due strade che la Loggia ritiene più verosimili per risolvere l’annosa questione dell’assenza di una struttura per i tanti residenti, soprattutto di origine pakistana e indiana (circa 10mila persone in città) che praticano questo sport.

Per ora, come sottolineato della petizione che ha raccolto 180 firme per un’area nella zona Ovest (Fiumicello, Primo Maggio) e che è stata presentata ieri in commissione Sport, i più piccoli si ritrovano a dover giocare nei parchi o per le strade, a discapito della loro sicurezza, mentre, per le circa 30 società legate a questo sport, i campi di via Gatti e della zona della Noce non sono sufficienti (molti vanno in provincia).

Un tema annoso, tanto che in commissione, il consigliere Mattia Margaroli (FdI) ha ricordato che ai tempi della giunta Paroli si era pensato di fare cinque campi, uno per circoscrizione, a fronte della convivenza non sempre facile tra residenti e giocatori. "Con una società di cricket – ha ricordato l’assessore allo Sport, Alessandro Cantoni – abbiamo trovato vicino al parco Ducos un’area per i bambini. Abbiamo incontrato le varie società di cricket, si cerca di trovare spazi per i più piccoli. Cosa diversa è parlare di un campo, per il quale servirebbe un’area di 30mila metri quadrati, pari a tutto lo stadio di Brescia, campo e tribune".

Difficile trovarla in città e difficile superare i vincoli che vietano il consumo di suolo. La soluzione più immediata sarebbe quella di adeguare l’attuale area di via Gatti, ma è necessario che le società si mettano d’accordo per utilizzarla, cosa non sempre facile.

"Ci sono anche correnti politiche e religiose, per cui tante volte è difficile che le società riescano ad organizzare meglio i pochi spazi a disposizione. Per questo – ha fatto sapere Cantoni – abbiamo iniziato un’interlocuzione con la Federazione". Si sta, in parallelo, valutando la disposizione di aree in comuni limitrofi. "In questo mandato – ha assicurato Cantoni – è di nostro interesse valorizzare le realtà più piccole, per far crescere i ragazzi che vogliono praticare questo sport".