
Claudio Galuppini, titolare della Forgiafer
Calvisano (Brescia) – Delle tre riconversioni industriali l’ultima è stata quella più rivoluzionaria. Ma se oggi la Forgiafer di Calvisano (Brescia) è nota in tutto il mondo come leader nella realizzazione di campi da padel lo deve anche al suo passato.
"Noi l’acciaio sappiamo trattarlo da 30 anni", rivendica con orgoglio artigiano Claudio Galuppini prima di raccontare il boom legato all’ascesa di questo sport. La storia inizia nel 1991. Galuppini, poco più che ventenne, avvia una ditta individuale. "Ho iniziato con la saldatura, poi sono diventato fabbro. La prima riconversione industriale – ricorda – è stato il passaggio alla forgiatura di elementi per cancellate e recinzioni. Il passaggio successivo è stata la realizzazioni di cancellate finite: ne abbiamo realizzati oltre 50mila. Nel 2008, però, con la crisi che ha messo in ginocchio l’edilizia siamo stati costretti a diminuire la forza lavoro di 27 unità".
Colpo di fulmine
L’occasione per uscire dalla crisi è arrivata nel 2015: "Ho conosciuto il padel e ho scommesso nel settore avviando la terza riconversione dell’azienda – spiega Galuppini – Da allora ci siamo specializzati nella realizzazione di campi da padel tornando a occupare 68 persone. Il fatturato sceso a 3 milioni è risalito a 16".
Dal 2016 la Forgiafer ha realizzato e commerciato con il brand Italian Padel oltre 2.900 campi: 2.100 in Italia, il resto in 25 Paesi di tutto il mondo. "Partiamo dalla progettazione fino alla posa tramite squadre esterne specializzate: realizziamo tutto nei nostri 13mila metri quadrati di capannoni coperti dove abbiamo allestito il reparto di carpenteria, 14 isole robotizzate e un impianto di verniciatura – racconta l’imprenditore bresciano – Il nostro valore aggiunto è stata la capacità di realizzare strutture dotate dei massimi standard di qualità e di sicurezza prima che le normative entrassero in vigore. I nostri campi hanno un 30% in più di acciaio rispetto a quelli forniti dai nostri competitor, saldature certificate e requisiti per sopportare neve e raffiche di vento fino a 100 chilometri orari. Già dal 2021 non utilizziamo più vetri temperati ma solo stratificati, in anticipo su quanto è stato previsto nel 2022".
Domanda in crescita
La domanda cresce – "il mercato in Italia non è saturo con 8mila campi, si può arrivare oltre i 20mila" – ma gli ostacoli non mancano. "Dopo la pandemia l’aumento dei costi delle materie prime ha rappresentato una difficoltà – sottolinea Galuppini –. C’è poi una questione normativa: la maggior parte dei competitor non rispetta le norme. Ci si dimentica che i campi da padel non sono gazebo da giardino ma strutture vere e proprie che necessitano di non sottovalutare i rischi. Da una parte manca una normativa specifica, dall’altra c’è una lentezza burocratica che frena il mercato dovuta a una carenza nella preparazione del personale deputato a valutare i permessi".