"Cacciati dal Paradiso": il ricordo dell’arte

"Cacciati dal Paradiso": il ricordo dell’arte

"Cacciati dal Paradiso": il ricordo dell’arte

Dodici persone, sei uomini e sei donne senza abiti, perché il Covid ci ha rivelato la nostra ‘nudità’, che camminano col capo chino, mentre poco più in là due figure ispirate all’Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso del Masaccio nella cappella Brancacci di Firenze urlano il loro dolore. Un’opera potente, di grande impatto e forza evocativa, quella realizzata da Giuseppe Bergomi, tra gli artisti bresciani più affermati a livello internazionale, scoperta al Vantiniano nella giornata dedicata alle vittime di Covid. "Ho voluto concepire quest’opera come una cacciata dal Paradiso collettiva, perché è ciò che è accaduto con la pandemia. Siamo stati cacciati dal Paradiso, dall’idea che la medicina ci potesse supportare, dalla convinzione che la natura ci fosse amica", racconta Bergomi, nell’inaugurazione a cui ha partecipato anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, oltre che il sindaco Emilio Del Bono, la vicesindaca Laura Castelletti e l’assessore alla Rigenerazione Urbana Valter Muchetti. Nel pomeriggio, toccante la cerimonia con l’intervento del sindaco, del rettore dell’Università degli Studi di Brescia Francesco Castelli (infettivologo del Civile, in prima linea nella lotta al Covid) ed il vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada, Per realizzare le sculture, Bergomi ha chiesto la collaborazione di amici e conoscenti, che hanno posato per lui, perché i corpi fossero reali, esempi reali della collettività che abbassa il capo, ammutolita davanti al dolore. Simbolicamente, ieri sera anche le palazzine d’ingresso e la cancellata del ‘Vantiniano’ sono state illuminate col Tricolore, mentre sul faro all’interno del cimitero sono state installate nuove luci che lo rendono visibile da tutta la città. Alle 20 il concerto delle campane dei 448 comuni di Brescia e Bergamo, hanno ricordato i morti della pandemia. Federica Pacella