
Per Giovanni Vezzoni presidente di Csv Brescia “bisogna creare strumenti e accogliere le disponibilità che i giovani manifestano”
Brescia, 21 gennaio 2025 – Un mondo in forte trasformazione, in cui si fatica a favorire il ricambio generazionale. Il tema entra sempre di più nelle agende di chi si occupa di volontariato, tanto che il CSVnet lo ha inserito al primo posto per il terzo meeting nazionale dei Csv (centro servizi volontariato) per il 2025-2027. La cronaca, del resto, inizia a popolarsi di realtà che non trovano volontari: dagli appelli (uno degli ultimi, da Abio Manerbio, che si occupa dei piccoli pazienti dell’ospedale) si sta pian piano passando alle associazioni che abbandonano attività storiche (si veda il caso del Crca, che quest’anno ha gettato la spugna sul Carnevale di Acquafredda per mancanza di ricambio) fino alle chiusure.
La consegna delle chiavi
È di ieri la consegna in Comune delle chiavi della storica sede del Gruppo Campo Marte, dopo 25 anni di attività come punto di riferimento della comunità. Morto il presidente, Gianluigi “Gianni“ Bertolotti, la scorsa estate, la moglie Santina Gasparetti e altri pochi volontari hanno provato ad andare avanti. “Ma l’impegno è gravoso – spiega lei –. Forse il Comune riuscirà ad aprire una sede in alcune sale vuote, 3 volte alla settimana. Ma servono forze giovani, bisogna pubblicizzare queste attività e possibilmente incentivarle: perché non assegnare, ad esempio, un abbonamento gratuito ai bus ai ragazzi che si impegnano in attività per il quartiere?”.
Calo demografico
Il nodo è proprio nel ricambio generazionale, su cui pesa il calo demografico ma anche la diversità di visione. Se il numero di volontari cala, infatti (come certificato dall’Istat), la propensione al volontariato in realtà sarebbe alta (a dirlo, anche uno studio dell’Università Cattolica di Brescia). Lo dimostra la forte risposta che arriva proprio dai giovani nelle emergenze o il caso bresciano dei Volontari per Brescia, messo in campo per l’anno di Capitale della Cultura. “È un mondo inevitabilmente in trasformazione – spiega Giovanni Vezzoni, presidente Csv Brescia – difficile da leggere e a cui è ancor più difficile adeguarsi. Bisogna creare strumenti e accogliere le disponibilità che i giovani manifestano”.
Difetto abbastanza diffuso è la mancata pianificazione della successione, ma c’è anche una tendenza di ex volontari a rifugiarsi nel privato, per questioni economiche. “La frammentarietà del tempo è una delle criticità più cruciali – aggiunge Vezzoni – soprattutto per i giovani, che si affacciano al volontariato con un approccio per cui tendono a mettere a disposizione delle competenze, più che tempo, ma non tutti riescono a cogliere questo cambiamento rispetto al passato”.