LUCA BALZAROTTI
Cronaca

Boom di contenziosi. Corsa all’arbitrato. Il valore delle liti supera i 272 milioni

La media per controversia è di 1,6 milioni: 131 nuove domande nel 2022 entro fine anno le richieste di soluzioni cresceranno del 10%. Esperti riuniti dalla Cam di Milano: valutare prima i costi dell’iter giuridico.

Crescono i contenziosi tra le imprese e i ricorsi all’arbitrato, l’istituto giuridico che dirime le controversie senza passare dalle aule di tribunale. Nel 2022 la Cam, la Camera arbitrale di Milano istituita presso la Camera di commercio competente per la Lombardia, ha accolto 131 domande. Ma ad oggi il dato relativo alle nuove procedure ha già raggiunto quota 125: entro fine anno è previsto un incremento del 10%. Complessivamente su 315 parti in causa (comprese quelle dell’Unione europea ed extra Ue) 290 riguardano realtà italiane. La Lombardia è rappresentata da 154 casi: il 76% proviene dalla provincia di Milano, con 117 contenziosi. Seguono Bergamo con 8 (5,2% del totale lombardo), 7 a testa per Varese e Monza e Brianza (4,5%), Pavia con 5 (3,2%), Mantova con 4 (2,6%), Brescia con 3 (1,9%), Cremona con 2 (1,3%) e Lodi con 1 (0,6%). Nessun ricorso, invece, da Lecco, Como e Sondrio. Il 78% di chi cerca una risoluzione tramite l’arbitrato è una persona giuridica (società), il 22% singoli individui.

"Secondo i dati della Camera Arbitrale di Milano, cresce il ricorso all’arbitrato sia da parte di grandi imprese, sia da realtà di dimensioni più modeste – sottolinea Stefano Azzali, direttore della Camera Arbitrale di Milano –. Questo strumento consente di risolvere le liti in tempi certi e rapidi e le imprese sanno quanto l’incertezza e le lungaggini delle controversie siano dannose in termini di investimenti futuri e di previsioni di occupazione". Per attivare la procedura è fondamentale l’accordo delle due parti a inoltrare la domanda. L’iter ha un costo che varia in base al valore economico della controversia e della composizione arbitrale, singola o collegiale. Per cause fino a 100mila euro, le imprese sono chiamate a versare da 2.100 a 3.100 euro a testa in caso di un giudice e da 3.850 a 6.850 in caso di collegio. Per valori sopra i 500mila euro il tariffario sale: da 8.500 a 12.500 per un arbitro e da 16.000 a 23.500 in caso di collegio. Quando la lite supera i 2.500.000 euro, l’arbitro unico “costa“ da 21.500 a 29mila euro, quello collegiale da 44mila e 59mila euro.

Dal 1° luglio 2020 le imprese che chiedono una soluzione per contenziosi al di sotto dei 250mila euro possono ricorrere all’arbitrato semplificato che riduce i tempi del 50% e i costi del 30%: nel 2022 sono state 24 le richieste, il 18,6% del totale. "Sono considerazioni economiche che un’impresa deve affrontare, sia prima di avviare un arbitrato che successivamente, in sede di richiesta del risarcimento del danno o per recuperare quanto deciso dagli arbitri", precisa il direttore della Camera Arbitrale di Milano, che ha dedicato la 14esima edizione dell’Annual Conference ai temi economici di questo strumento giuridico sempre più richiesto. Dal 2019 al 2022 le domande di arbitrato Cam sono aumentate del 28%. Nell’ultimo anno il valore economico complessivo delle liti ha raggiunto 272.272.195 di euro e una media di 1,6 milioni. Il valore totale per l’iter semplificato ammonta invece a 1.618.303 di euro, con una media di 50.575 euro.