Bimbo di 7 anni annegato in piscina a Brescia: condannati genitori e bagnino

La tragedia avvenuta il 19 luglio 2020. Il tribunale ha inflitto 6 mesi di reclusione ai genitori e 9 mesi a uno dei due bagnini. Le accuse erano di omicidio colposo e omesso controllo

I soccorsi alla piscina di via Rodi, nel giorno della tragedia

I soccorsi alla piscina di via Rodi, nel giorno della tragedia

Si è concluso con tre condanne il processo per la morte del piccolo Ansh Sharma, il bimbo di 7 anni di origini indiane annegato il 19 luglio 2020 nella piscina di Lamarmora a Brescia. Il tribunale ha condannato in primo grado il padre e la madre a 6 mesi di reclusione e ha inflitto a uno dei due bagnini in servizio quel giorno a 9 mesi. Le accuse erano di omicidio colposo e omesso controllo

Il giorno della tragedia, il lido estivo di via Rodi pullulava di famiglie. Il piccolo Ansh avrebbe compiuto otto anni il giorno successivo. Era in compagnia della madre, del padre e del fratello di 11 anni. A un certo punto si è allontanato dai familiari, che lo hanno perso di vista ed è accaduto il peggio.

Secondo l’accusa, Ansh non era sorvegliato e si è spostato dalla piscina riservata ai bambini ed è finito dentro la vicina vasca olimpionica. Non è chiaro se si sia tuffato di proposito o sia scivolato, ma non sapeva nuotare e quando è stato avvistato e tratto all’asciutto era ormai troppo tardi.

L’autopsia su Ansh – che non soffriva di particolari patologie – aveva escluso possibili concause di morte. Essa è da imputare esclusivamente ad “asfissia meccanica da annegamento”. L’acqua trovata nei suoi polmoni ha fatto presupporre un’immersione durata dai 2 ai 4 minuti.