Bidello accusato di pedofilia nel Bresciano: i casi potrebbero aumentare

Dopo i quattro casi già oggetto di indagine, altre famiglie pronte a denunciare l’operatore

Le attenzioni sui minori sarebbero iniziate quando la madre dell’uomo è finita in un'Rsa

Le attenzioni sui minori sarebbero iniziate quando la madre dell’uomo è finita in un'Rsa

Chiari (Brescia) - La posizione del bidello dell’Ovest bresciano accusato di pedofilia per avere abusato di quattro minorenni, di cui tre sotto i 14 anni, nelle prossime ore potrebbe aggravarsi. Secondo quanto emerso ma non ancora confermato dagli investigatori dell’Arma dei carabinieri e della Compagnia di Chiari per il coordinamento della procura, altre famiglie sarebbero pronte a sporgere denuncia e altri sarebbero i ragazzini coinvolti. L’uomo risulta avere un disturbo cognitivo. Fino a quando l’anziana madre è vissuta con lui lo ha tenuto sotto osservazione in modo amorevole e attento. Da quando la signora è stata trasferita in RSA nessuno sa che cosa sia accaduto esattamente nella mente del bidello. Fatto sta che l’uomo avrebbe cominciato a molestare gli scolari del plesso scolastico dove lavorava da oltre 20 anni e da dove sono arrivate le prime segnalazioni fatte a carabinieri e procura. 

Segnalazioni che lo scorso febbraio avevano spinto la dirigenza scolastica a sospendere il bidello rimuovendolo dal suo incarico, così da tenerlo quanto più possibile lontano dai minori. L’eventuale nuovo materiale che potrebbe arrivare all’Arma e al Tribunale di Brescia dovrà essere attentamente vagliato per capire se sia reale o frutto di suggestione. Intanto il pubblico ministero Alessio Bernardi, titolare dell’inchiesta, sta chiedendo di fissare l’incidente probatorio che se servirà a valutare la capacità di intendere e di volere del bidello al momento dei fatti oggetto d’indagine. Naturalmente alla seduta presenzieranno i periti che saranno chiamati a dare il loro parere sullo stato mentale dell’indagato, attualmente agli arresti domiciliari. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip. I suoi legali non hanno richiesto al Tribunale del Riesame di annullare l’ordinanza di custodia cautelare. In paese le voci si rincorrono e gli abitanti si dicono molto stupiti per quel che è accaduto, in tanti esprimono preoccupazione per le conseguenze che potrebbero aver subito gli studenti vittime dei presunti abusi. Adesso però la parola passa ai magistrati e agli esperti che dovranno far luce su quando denunciato e stabilire la reale consapevolezza del bidello.