Bedizzole, badante accusa imprenditore di abusi e violenze: "Quella villa la mia prigione"

La donna accusa il datore di lavoro: violentata e segregata, mi ha salvata mio marito

Una manifestazione contro la violenza sulle donne

Una manifestazione contro la violenza sulle donne

Bedizzole (Brescia), 13 gennaio 2020 - Nel 2013 una badante moldava l’aveva accusato di averla violentata e segregata, ma da quella vicenda era stato assolto. Ora la storia si ripete identica, ma stavolta a denunciarlo è stata un’ucraina. Nuovamente imputato è Fortunato Compagnoni, ex imprenditore di rottami di Bedizzole.

Vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, proprietario di una bella villa con piscina, Ferrari e un parco di fuoriserie d’epoca, il 75enne è accusato di violenza sessuale e sequestro di persona. A trascinarlo in tribunale è stata Natalia, ucraina tra i 30 e 40 anni, che nella primavera 2018 aveva alloggiato a casa sua per un mese. Un periodo a detta della presunta vittima – ora parte civile - d’inferno; costellato da pugni, botte e rapporti sessuali ottenuti con la forza e impossibilità di uscire da quel fortino dorato. A trarla in salvo, ha raccontato la badante, è stato il marito, che l’ha rintracciata e liberata. Non riuscendo più a mettersi in contatto con la consorte, con in mano un indirizzo errato del datore di lavoro di lei, l’uomo il 6 aprile si era recato a Bedizzole e si era messo a vagare per il paese in cerca della villa di Compagnoni. La sorte gli è stata favorevole perché "per caso", ha raccontato in aula, ha visto i due mentre si recavano in un negozio di telefonini. Lei stava comprando un cellulare. L’avrebbe quindi portata a prendere le valigie, trovate già pronte, e portata via con sé.

Qualche giorno dopo, è scattata la denuncia. "Natalia mi ha raccontato di essere stata picchiata e violentata - ha riferito il marito ai giudici – Lei non si ribellava né cercava di scappare perché aveva paura". Della vicenda l’imputato – all’epoca ristretto ai domiciliari per maltrattamenti, ricettazione e riciclaggio, ma libero per qualche ora al giorno – ha dato un’altra versione: "Violentata? Non l’ho mai toccata con un dito. E poi io avevo già una donna (una 28enne marocchina, ndr), che per un periodo era venuta ad aiutarmi con le faccende domestiche ed era diventata la mia fidanzata. Natalia poteva uscire quando voleva, non era segregata. Girava in bicicletta, e perché si orientasse le avevo pure preparato una mappa dei dintorni di casa mia" ha dichiarato Compagnoni. Si torna in aula a marzo.