FEDERICA PACELLA
Cronaca

Guerra agli affitti brevi, il Tar di Brescia gela i Comuni: “Non hanno poteri”

I giudici accolgono parzialmente il ricorso della proprietaria di un edificio a Sirmione. Per intervenire serve "l’accertamento di diffuse situazioni di disagio abitativo"

A Sirmione l’amministrazione ha cercato di mettere limiti al fenomeno nel regolamento approvato due anni fa

A Sirmione l’amministrazione ha cercato di mettere limiti al fenomeno nel regolamento approvato due anni fa

Brescia – Il tentativo di controllare il fenomeno degli affitti brevi si arena al Tar di Brescia. I giudici amministrativi, in virtù della legislazione nazionale, hanno accolto il ricorso della proprietaria di un edificio residenziale nel comune di Sirmione, con 10 appartamenti usati per affitti turistici, contro il regolamento approvato dal Comune nel 2022, che stabilisce i requisiti qualitativi per le strutture ricettive non alberghiere.

Il ricorso contestava sia la competenza del Comune, sia alcune richieste come l’eliminazione delle barriere architettoniche per almeno 1 unità abitativa ogni 4 (la norma ministeriale lo prevede solo per le nuove costruzioni o ristrutturazioni), la presenza di posti auto in base alla metratura delle unità immobiliari, la conformità degli impianti. Il Tar ha accolto parzialmente il ricorso, con una sentenza che evidenzia un punto fondamentale: senza una normativa nazionale, i Comuni non hanno potere, se non quando ormai c’è l’emergenza, di regolamentare il dilagare degli affitti turistici brevi di case e stanze, che tolgono spazio alla residenzialità di lungo periodo, facendo di fatto svuotare paesi e città.

"La giurisprudenza europea considera legittimo l’obiettivo degli Stati di contenere le locazioni turistiche per assicurare un’offerta sufficiente di alloggi economicamente accessibili destinati alle locazioni a lungo termine. Tuttavia – si legge nella sentenza – si tratta di un obiettivo normalmente inserito in un’apposita cornice normativa, che qui non è presente, e comunque fondato su una valutazione sitospecifica, con l’accertamento di diffuse situazioni di disagio abitativo. Al di fuori di queste condizioni emergenziali, i Comuni non hanno il potere di limitare o di ripartire sul territorio l’offerta di case e appartamenti per vacanze, ma svolgono il diverso compito di assicurare che le strutture liberamente messe sul mercato dai privati siano sicure, accessibili e sostenibili nel contesto urbano".

Nei giorni scorsi, il Tar aveva accolto un altro ricorso, che aveva contestato i paletti posti alle attività di locazione del nuovo regolamento di Sirmione, sottolineando che, per barriere architettoniche e parcheggi, "la disciplina comunale nel suo insieme interferirebbe sulle caratteristiche degli alloggi: sarebbe fuori dai poteri comunali e in contrasto con il principio di liberalizzazione".