Vis à vis con un cinghiale, ma per fortuna l’incontro ravvicinato è costato ‘solo’ qualche ferita, curata dal veterinario. Malcapitato è Paco, setter gordon, di Filippo Grumi, gavardese cacciatore da quando aveva 18 anni. Domenica, l’incontro col cinghiale, ormai non straordinario, visto che questi animali sono numerosissimi in tutta la Lombardia. "Quello che fa riflettere è che non eravamo in una zona impervia, dove potevamo aver ‘disturbato’ il cinghiale – racconta Grumi – ma tutto è accaduto sul retro di una casa, nella frazione di Sopraponte. Lì i boschi sono puliti. Il cane è andato su di corsa, poi è sceso, per fortuna con le sue gambe, con un buco nel costato, mentre l’altro dente non è riuscito a bucare, ma ha fatto un grosso ematoma. Nulla di grave per fortuna, nessuna lacerazione di organi vitali". Un episodio che, tuttavia, evidenzia la presenza invasiva di questi animali, nonostante i prelievi che vengono effettuati. "Quello che verifichiamo noi – sottolinea Grumi – è che se una volta incontravi un cinghiale, era una cosa da raccontare al bar. Oggi è quasi la normalità. Si trovano cinghiali anche in posti in cui storicamente non si erano mai visti né sentiti, ora invece vedi i prati arati, in pianura, ovunque". Secondo i dati di Regione Lombardia, dal 2021 la capacità di contenere i cinghiali è più che raddoppiata e in 3 anni e mezzo ha raggiunto i 46.000 abbattimenti a livello lombardo. La presenza di questi animali è però un’anomalia che si trascina da tempo, con conseguenze anche per la diffusione della peste suina: le stime parlano di quasi 2 milioni e mezzo di capi, anche in zone dove storicamente non ci sono mai stati. I costi? Dal 2019 sono stati investiti oltre 13,5 milioni per prevenzione e ristoro dei danni, a livello regionale. Federica Pacella
CronacaA tu per tu con un cinghiale. Ferito Paco, un cane da caccia