Coronavirus, zona rossa nella Bergamasca: "Regione e Comuni potevano"

L’accusa del presidente del comitato “Noi denunceremo“ che a fine mese depositerà altre 100 denunce in Procura

Consuelo Locati

Consuelo Locati

Bergamo, 17 giugno 2020 - Nuovo affondo del comitato “Noi denunceremo, verità e giustizia per le vittime del Covid-19” contro la mancata istituzione della zona rossa in media Valle Seriana. L’accusa, questa volta, arriva dall’avvocato bergamasco Consuelo Locati, coordinatrice del comitato insieme al commercialista di Grassobbio Luca Fusco. "In questo momento, a livello politico, stiamo assistendo ad un rimpallo delle responsabilità – sottolinea il legale, che a causa del coronavirus ha perso il padre Vincenzo, 78 anni – Ma la zona rossa ad Alzano e Nembro poteva essere istituita anche dalla Regione Lombardia e dai sindaci, lo stabilisce la legge 833 del 1978, articolo 31, comma 3: la legge in questione conferisce alle Regioni questo potere decisionale e prima ancora ai sindaci. Non si tratta di un’opinione, ma di una legge dello Stato. Siamo convinti che se si fosse intervenuti in tempo, si sarebbe evitata questa strage".

L’avvocato Locati annuncia per la fine di giugno un secondo Denuncia Day, dopo quello di mercoledì scorso: anche in questa occasione verranno depositate alla Procura di Bergamo, in Piazza Dante, altre 100 denunce da parte di persone che hanno perso dei familiari a causa del coronavirus (mercoledì scorso sono state presentate le prime 50). Le querele riguardano sempre la mancata chiusura dell’ospedale di Alzano dopo i primi due contagi di domenica 23 febbraio (il presidio sanitario venne chiuso solo per due ore) e la mancata istituzione della zona rossa in media Valle Seriana. E ancora, la scarsa informazione dei pazienti e dei loro parenti dei rischi legati all’infezione soprattutto durante la prima fase dell’emergenza, l’assenza di dispositivi di protezione negli ospedali e la mancanza di una medicina del territorio efficace e tempestiva per la gestione dei pazienti Covid a domicilio.

L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo. Consuelo Locati, che a causa del virus ha perso il padre Vincenzo, 78 anni, è agguerrita. "C’è un protocollo d’intervento – accusa – c’erano delle direttive che imponevano la chiusura immediata del pronto soccorso e dell’ospedale di Alzano, cosa che tra l’altro è stata fatta per l’ospedale Bolognini di Seriate che dipende sempre dall’azienda sanitaria di Bergamo Est. Confido molto nel lavoro dei pubblici ministeri visto l’accurata documentazione che abbiamo presentato a corredo delle denunce. Chi ha sbagliato, dalla gestione dell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano alla mancata istituzione della zona rossa, deve pagare".