GABRIELE MORONI
Cronaca

Omicidio Yara, la difesa di Bossetti visionerà reperti il 13 maggio. Non ci saranno nuove analisi sugli indumenti della ginnasta

La Cassazione ha giudicato inammissibile l’istanza dei legali di effettuare accertamenti, tra l'altro, sui leggings e gli slip della 13enne sui quali venne isolato il Dna inizialmente identificato come 'Ignoto 1' e poi ricondotto proprio a carpentiere di Mapello

Massimo Giuseppe Bossetti (Ansa)

Massimo Giuseppe Bossetti (Ansa)

Bergamo, 8 aprile  – Il 13 maggio i difensori di Massimo Bossetti, che sconta una condana definitiva all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, potranno vedere i reperti legati al caso della tredicenne di Brembate di Sopra.

Quella davanti alla Corte d'Assise di Bergamo sarà una presa visione e non un esame.

Lo scorso febbraio i giudici della quinta sezione penale della Cassazione hanno infatti dichiarato inammissibile il ricorso "straordinario”  presentato dai difensori Claudio Salvagni e Paolo Camporini che chiedevano un esame invasivo di reperti: 54 provette con il Dna di Ignoto 1 rimasto su slip e leggings della piccola vittima (attribuito in seguito dall'esame genetico a Bossetti), la felpa, il giubbotto, i leggings, gli slip, la biancheria, le scarpe che Yara indossava quando scomparve, la sera del 26 novembre del 2010, per essere poi ritrovata senza vita, tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo incolto a Chignolo d'Isola.