FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Vigilante ucciso a Bergamo: per la Procura è stato un omicidio premeditato

Il killer temeva che Mamadi avesse una relazione con la sua ex e voleva la conferma. Lui: “Non intendevo ucciderlo” ma il coltello ritrovato lo inchioderebbe

Bergamo, 6 gennaio 2025 – Oltre all’omicidio, a Sadate Djiram, presunto assassino del 36enne vigilante gambiano Mamadi Tunkara, il pm Silvia Marchina, titolare del fascicolo, contesta anche la premeditazione e i futili motivi.

Mamadi Tunkara, 36 anni e Sadate Djiram, 28 anni: vittima e presunto assassino
Mamadi Tunkara, 36 anni e Sadate Djiram, 28 anni: vittima e presunto assassino

Aggravanti che peggiorano la situazione del 28enne del Togo, incensurato, fermato sabato mattina mentre era su un treno diretto a Lugano. Un tentativo di fuga abortito a Chiasso dove è stato bloccato dalla polizia elvetica perché trovato senza documenti. Il movente dell’omicidio, per chi indaga, è di natura sentimentale, è la gelosia. Djiram, da quanto è stato ricostruito dagli uomini della Squadra mobile della Questura di Bergamo, era roso dal sospetto che la sua ex, una trentenne italiana con la quale aveva convissuto da luglio nella casa di lei, avesse intrapreso una relazione proprio con Tunkara, addetto alla sicurezza al Carrefour di via Tiraboschi, nel centro di Bergamo.

Ben voluto

La vittima, casa a Verdello, ragazzo ben voluto da tutti, alle casse aiutava i clienti con le borse della spesa, accompagnava gli anziani alle scale mobili. Ed è proprio al market che Djiram e la sua ex fidanzata frequentavano che entrambi hanno conosciuto Mamadi.

Ma chi è Sadate Djiram? È arrivato a Bergamo nel 2024, sul documento di identità ha ancora la residenza a Palermo, primo approdo nel 2019. Lì ha conseguito la licenza media, per qualche tempo poi ha vissuto in Germania, a Stoccarda, facendo lavoretti, anche come magazziniere. Arrivato a Bergamo nell’estate scorsa, a settembre si era iscritto al corso serale professionale “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale” all’istituto Mamoli. Aveva bei voti e gli insegnanti lo hanno descritto come un tipo tranquillo. In Italia non aveva famigliari e nemmeno un lavoro. Frequentava i servizi per i senza fissa dimora.

I rilievi della scientifica sul luogo dell'omicidio
I rilievi della scientifica sul luogo dell'omicidio

Venerdì Sadate si era recato al Carrefour per un chiarimento con la vittima. Voleva avere la conferma che Mamadi avesse iniziato una storia con la sua ex. Dopo essere stato fermato, portato negli uffici della Questura, in un primo momento il 28enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. Poi, affiancato dall’avvocato d’ufficio Michaela Viscardi, ha mutato atteggiamento scegliendo di parlare, prima di essere portato in carcere in via Gleno.

La difesa

“Sono stato aggredito per primo, non ho portato il coltello per uccidere”. Ma il racconto non deve aver convinto il pm che ha contestato la premeditazione e i futili motivi. Messa così, fornirebbe una spiegazione logica al perché Sadate avesse con se il coltello da cucina in ceramica con 14 centimetri di lama (trovato sabato mattina dalla Scientifica in una corte di via Paglia: ora verrà sottoposto ad analisi).

Mamadi e il presunto assassino si sono incrociati all’esterno del Carrefour, dove la vittima stava arrivando in bicicletta per iniziare il turno di lavoro. Prima, però, Sadate lo aveva cercato all’interno del market (come hanno confermato le immagini delle telecamere). Poi il confronto chiarificatore nel sottopassaggio all’esterno che è degenerato nel sangue. Domani è in programma l’autopsia che dovrà stabilire il numero delle coltellate, e nelle prossime ore anche l’interrogatorio davanti al gip.