Ultras dell'Atalanta a processo, il giorno del "Bocia": parlo solo di me, non degli altri

Il capo ultras Claudio Galimberti ha negato ogni suo coinvolgimento nell'aggressione a un tifoso juventino. Sull'assalto alla Berghem Fest: "Non c'entro nulla con gli incidenti. So chi è stato, ma non ve lo dico"

Claudio Galimberti, detto il "Bocia" (De Pascale)

Claudio Galimberti, detto il "Bocia" (De Pascale)

Il capo ultrà ha parlato anche dei gravi incidenti (con varie auto delle forze dell'ordine bruciate) alla Bèrghem Fest di Alzano, nel 2010: "Non c'entro nulla con gli incidenti. So chi è stato, ma non ve lo dico. Quello è stato un tradimento nei miei confronti".

Galimberti ha parlato soltanto di se stesso. Il "Bocia" ha ammesso le sue responsabilità per aver partecipato agli scontri dopo Atalanta-Catania, nel 2009: "Ci siamo picchiati con gli ultrà siciliani, in modo leale, a pugni e con qualche cinghiata, ma non con i coltelli". Il capo ultras ha risposto alle domande del pm Carmen Pugliese e anche a tutte le richieste di informazioni sulle varie intercettazioni telefoniche che il magistrato gli ha contestato.