
Tribunale di Bergamo
Bergamo, 4 dicembre 2016 - E' semrpe più difficile in Tribunale la situazione del personale giudiziario dell’Ufficio Nep (notifiche ed esecuzioni penali) e di quello dell’ufficio del giudice di pace, che sono in procinto di trasferirsi nella sede distaccata di via Sant’Alessandro.
Buona parte dei cancellieri interessati dal passaggio non è del tutto soddisfatta. Poche settimane fa, infatti, il personale ha indirizzato una lettera ai vertici del Tribunale, rimasta, però, senza risposta, in cui i sindacati chiedevano chiarimenti e rassicurazioni. In particolare il sindacato chiedeva conto della conformità di quanto predisposto con i progetti iniziali e, non ultimo, anche delle misure adottate per garantire la sicurezza dei nuovi locali destinati agli uffici giudiziari. Le perplessità, stando a quanto emerso, sorgevano dal fatto che in particolare l’ufficio Nep sarebbe stato sparso su almeno quattro piani, tra l’altro non consecutivi, con tutte le conseguenze e difficoltà per la gestione del lavoro e dell’utenza.
Tra i problemi citati dai sindacati, il fatto che non sembrerebbe essere stato previsto un sistema di sicurezza all’ingresso del nuovo spazio, con guardie giurate appositamente adibite per filtrare gli accessi del pubblico, così come avviene nel Tribunale di via Borfuro e nella sede della Procura di piazza Dante. Quanto basta, a fronte della mancanza di certezze sullo spostamento, per suscitare perplessità e dubbi fra il personale dell’Ufficio Nep e dell’ufficio del giudice di Pace, che da tempo combatte - oltre che con spazi ristretti e di difficile gestione (ma almeno ora concentrati in un punto solo, il palazzo di giustizia di via Borfuro) - anche con una cronica carenza di organico e la mole del lavoro. E le voci di un possibile trasferimento a breve non fa che alimentare l’allarme. Ma se tra il personale degli uffici in procinto di traslocare regna grande perplessità, si registra viceversa un atteggiamento decisamente costruttivo al vertice.
Il presidente del Tribunale, Ezio Siniscalchi, è più ottimista. «E’ chiaro - spiega - che non possiamo risolvere tutto prima del trasferimento. Se lo facessimo non riusciremmo più a procedere, bisogna anche agire di volta in volta. La certezza, però, è che l’Ufficio Nep e quello del giudice di pace non possono più restare dove sono, per necessità di spazio: oltretutto il primo ora si trova veramente in una posizione precaria e discutibile». «Il trasferimento – ha tenuto a precisare il presidente Siniscalchi - sarà un passo avanti. I lavori sono terminati e sono stati effettuati a regola d’arte. Aspettiamo solamente il collegamento telefonico per far partire il trasferimento prima dell’Ufficio Nep e poi dell’ufficio del giudice di pace».