FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Tavernola Bergamasca, è giallo: "C'è un cadavere nel lago"

L’avvistamento di due sub a 80 metri di profondità: scattano le indagini

Il robot utilizzato per scandagliare il fondale del lago

Tavernola Bergamasca (Bergamo), 29 agosto 2019 - Potrebbe essere solo una suggestione, un abbaglio, dovuta alla profondità di immersione. Ma allo stesso tempo non si può nemmeno scartare l’ipotesi che i due sub amatoriali possano aver visto davvero un’auto con all’interno un cadavere in avanzato stato di decomposizione. Tanto è bastato per infittire il mistero del lago d’Iseo, un tempo “cimitero” della mala. La segnalazione è di domenica. Due sub decidono di effettuare un’immersione. Toccano una quota fra gli 80 e i 100 metri. In quella zona e a quella profondità la visibilità è limitata. Ma i due amici ad un certo punto si imbattono in un’auto, almeno così hanno riferito ai carabinieri di Tavernola.

I sub sono in disaccordo sul modello, forse una Fiat Tempra, la cui fabbricazione è smessa da anni, o una Volkswagen Passat. Ma su un punto collimano: entrambi hanno confermato di aver visto all’interno i resti di un essere umano in avanzato stato di decomposizione. Scioccati per il macabro avvistamento, i due risalgono senza avvicinarsi troppo all’auto e quindi senza prendere il numero di targa. Il pm di turno, Giancarlo Mancusi, decide di far avviare le ricerche per togliersi ogni dubbio. Le ricerche sono cominciate ieri mattina attorno alle 11 servendosi di un piccolo “sommergibile”, un robottino dotato di telecamera giunto tra gli 80 e i 100 metri di profondità nello stesso punto dove domenica si erano immersi.

Ma a causa di un problema tecnico, le operazioni si sono interrotte nel pomeriggio e ricominceranno questa mattina. Chi indaga, i carabinieri di Clusone, al momento, non esclude nessuna pista. Compresa quella che i sub possano aver preso un abbaglio. Esiste infatti un fenomeno noto come “narcosi da azoto” che si verifica talvolta durante le immersioni subacquee a oltre 30 metri di profondità, accentuata dalla velocità di discesa. Un fenomeno che, tra i vari effetti, può anche compromettere la capacità di giudizio della persona. Però rimane difficile pensare che in due abbiano visto la stessa cosa.

La notizia ha riannodato fili della storia criminale nella Bergamasca. Siamo nel 1977. Il sequestro di Vittorio Di Capua, avvocato, gestore dell’ippodromo di San Siro e ritrovato cadavere nell’ottobre dello stesso anno nel lago di Iseo: la sua salma affiorò dalle acque, nella zona di Tavernola Bergamasca, non più trattenuta sul fondo dal blocco di cemento cui era stata legata dopo l’omicidio. E ancora, settembre 1989: i cadaveri di due fratelli, Vincenzo e Fabio Pisano, originari di Caserta e ritenuti vicini alla camorra, uccisi a colpi di pistola e recuperati vicino a Tavernola. Per l’omicidio sono stati arrestati due bergamaschi; il movente pare sia un regolamento di conti per una partita di droga o di armi. Pista del regolamento di conti anche per il cadavere di Antonio Camasso, 31enne nativo di Mondragone, recuperato il 26 ottobre 1990, a Sarnico.