Omicidio Crotti, "Stefania era viva nel campo di Erbusco"

La relazione del medico legale: la donna respirava ancora quando il suo corpo è stato dato alle fiamme

Chiara Alessandri

Chiara Alessandri

Gorlago (Bergamo), 6 aprile 2019 - Stefania Crotti è arrivata ancora viva nelle campagne di Erbusco. È morta per i colpi che le aveva sferrato al capo Chiara Alessandri e per le fiamme che le erano state appiccate dalla donna che, dopo avere avuto una brevissima storia con suo marito, vedeva in lei una rivale in amore. La relazione sull’autopsia firmata da Andrea Verzelletti e depositata alla procura di Brescia conferma i terribili contorni della tragedia.

Il corpo della vittima si presentava in uno stato di “massiva carbonizzazione”. Anche se la situazione era compromessa dal punto di vista neurologico, Stefania era viva e respirava quando la Alessandri l’aveva trasportata in auto a Erbusco, chiusa nel bagagliaio della Mercedes Classe B. Il fatto che la morta avesse assunto fumo è provato dalle analisi che hanno rivelato nel sangue una saturazione di carbossiemoglobina (monossido di carbonio ed emoglobina all’interno dei globuli rossi) del 15 per cento.

Due le concause del decesso: “traumatismo contusivo cranico” (provocato dai quattro colpi alla testa inferti dalla Alessandri con un martello, nel garage della sua abitazione di Gorlago, dove l’aveva attirata con un pretesto) e “choc termico” per il fuoco. Tutto si è compiuto nel tardo pomeriggio del 17 gennaio.

Chiara Alessandri, assistita dall’avvocato Gianfranco Ceci, prosegue la sua detenzione nel carcere bresciano di Verziano. Il 12 febbraio il tribunale del Riesame di Brescia ha negato i domiciliari. Secondo i giudici la Alessandri ha “un’indole estremamente pericolosa”. Il suo inserimento sociale e il ruolo che svolgeva come presidente del coordinamento dei genitori della scuola elementare di Gorlago non hanno “frenato le sue pulsioni criminose”. Oltre a essere incensurata, è madre di tre bambini, ma la loro cura è assicurata dai familiari e in ogni caso è più importante la “tutela della collettività”. Questo giustifica per il Riesame le esigenze cautelari.

Un piano organizzato da settimane, secondo gli inquirenti, quello ideato, organizzato e attuato da Chiara Alessandri. Un incidente, secondo l’indagata. Ha ammesso che, in preda al panico, aveva portato la Crotti in Franciacorta, credendola morta. Ma ha sempre negato di averle dato fuoco.