Bergamo, sono 50 le persone rimaste senza casa dopo l'incendio di lunedì in via Moroni

Di queste 33 sono state ospitate in albergo a spese del Comune, ma il numero è destinato ad aumentare considerando che alcuni degli abitanti si trovavano in vacanza

I vigili del fuoco al lavoro sul tetto dell'edificio in via Moroni a Bergamo

I vigili del fuoco al lavoro sul tetto dell'edificio in via Moroni a Bergamo

Bergamo – Sono una cinquantina le persone al momento rimaste senza casa a causa dell'incendio divampato lunedì scorso a Bergamo in via Moroni, che ha coinvolte le abitazioni dal numero 14 al numero 30 (e l'attico al civico 40). Di queste 33 sono state ospitate in albergo a spese del Comune, ma il numero è destinato ad aumentare considerando che alcuni degli abitanti si trovavano in vacanza. Il Comune, che mercoledì ha firmato l'ordinanza di sgombero dei palazzi, oggi ha incontrato i residenti.

Il vicesindaco Sergio Gandi ha parlato di un «confronto positivo» aggiungendo che è stato istituito un centro operativo comunale per coordinare gli interventi, guidati da polizia locale e protezione civile, Comune, vigili del fuoco e questura. È stato istituito un numero telefonico a cui rivolgersi, una mail a cui chiedere informazioni, uno sportello della Social Domus, un servizio di supporto psicologico gratuito, un servizio di vigilanza privata la notte (di giorno se ne occupa la polizia locale) contro lo sciacallaggio e soprattutto l'ospitalità gratuita da parte del Comune al Central Hostel Bergamo fino al 30 settembre.

Nel frattempo con Croce Rossa Comitato di Bergamo e con L'Eco di Bergamo è stata organizzata una raccolta fondi sulla piattaforma Kendoo che sarà attiva dalla prossima settimana, ma già ora si possono fare versamenti sul conto corrente dedicato della Cri (IT95G0538711103000003470918, causale Un aiuto per via Moroni). «In questo momento c'è un'ordinanza sindacale che impedisce l'accesso per inagibilità, ma si spera - ha spiegato Gandi - che la messa in sicurezza, la rimozione delle macerie e la copertura degli edifici, che sta già avvenendo, possa consentirci di fare nei prossimi giorni una nuova verifica e permettere, ad almeno una parte dei cittadini, di rientrare nei propri alloggi in tempi relativamente brevi. Su questo noi possiamo essere un tramite anche efficace, ma molto dipende dagli Amministratori condominiali già coinvolti».