Senza interessi da pagare. Una Banca delle visite garantisce a tutti le cure

Volontari di associazioni, imprenditori e semplici cittadini pagano ticket. Assicurata così a chi non ha soldi una prestazione sanitaria quando serve.

Una banca, non per custodire soldi, ma per proteggere uno dei diritti universali più importanti, cioè la salute. È la Banca delle visite. I banchieri sono i volontari della Croce verde e della Fondazione Banca delle visite fondata nel 2015; gli investitori e i correntisti invece sono privati, imprenditori, amministratori comunali e di enti, volontari di associazioni, che depositano visite sospese, pagando ticket e parcelle per prestazioni specialistiche in strutture pubbliche e private. A beneficiarne sono persone che altrimenti non potrebbero curarsi, non nei tempi necessari, a cui - a differenza dei correntisti di istituti di credito - visite e esami non vengano però prestati, ma regalati, ad interessi 0. Solo nei primi 8 mesi regalate oltre 200 prestazioni mediche e trasporti gratuiti nell’Oggionese di cui si occupano o volontari di Croce Verde, che in aggiunta aprono, una volta a settimana, uno sportello dedicato. Le prestazioni più richieste sono state quelle di consulenza psicologica seguite da visite ed esami cardiologici, test diagnostici, cure odontoiatriche, accertamenti oculistici e dermatologici, sessioni di fisioterapia... per i quali i tempi di attesa sono spesso di mesi e impongono di ricorrere a poliambulatori e studi privati a pagamento. Il 64% degli utenti sono uomini. Ci sono molti over 70: il 34%. Sono tanti anche i bambini e under 18, oltre il 30%, i cui genitori non hanno i soldi per assicurare loro assistenza sanitaria. "Ci rivolgiamo ai più fragili, che non hanno la possibilità economica di sopperire alle lentezze e alle carenze del sistema sanitario nazionale - spiega Umberto Crippa, comandante di Croce verde di Bosisio -. È uno scambio di mutuo soccorso". Per alimentare la Banca delle visite è in programma una serata di gala benefica. Le stelle manzoniane al Palataurus di Lecco, l’1 dicembre. D.D.S.