MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Scontri in piazza, "ma la contestazione era pacifica e legittima"

La Rete per la Palestina sui contatti con la polizia: "Quanto avvenuto frutto del Decreto Sicurezza, meno libertà, più manganelli" .

Alcuni momenti di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine

Alcuni momenti di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine

La parata del 25 Aprile per l’80° della Liberazione ha riempito il centro di Bergamo di colori e bandiere della pace, ma ha fatto registrare anche attimi di tensione per le proteste dei manifestanti della Rete Bergamo per la Palestina che, nel tentativo di contestare i rappresentanti della Brigata ebraica, sono venuti a contatto con le forze dell’ordine: spinte, qualche insulto e poi gli scontri prima con gli agenti della Questura in borghese, poi con le squadre antisommossa.

La Rete Bergamo per la Palestina è tornata sui tafferugli fornendo la propria versione: "Avevamo organizzato una contestazione pacifica e legittima nei confronti dell’associazione Italia-Israele, la cui presenza riteniamo in contrasto con i valori dell’antifascismo – spiega –. Durante questo momento di dissenso, le forze dell’ordine hanno effettuato una prima carica per spezzare il corteo, scaraventando a terra un compagno, ammanettandolo e portandolo via. Abbiamo seguito il compagno per accertarci delle sue condizioni, ma appena è stato fatto salire sull’auto che lo avrebbe condotto in questura, la polizia ha effettuato una seconda carica, ancora più violenta, contro le persone presenti".

"Siamo tornati in corteo per avvisare di quello che era successo – dicono i manifestanti –. Mentre ci stavamo avvicinando al palco, un cordone della Celere, con un’ennesima carica, ha diviso in due il corteo. La contestazione è proseguita per diverso tempo e con essa le cariche e le manganellate che hanno lasciati feriti numerosi compagni. La piazza, colpita dalla violenza utilizzata, è insorta. Le transenne sono saltate e abbiamo obbligato la Celere a retrocedere. Quanto avvenuto è il frutto del nuovo Decreto Sicurezza: meno libertà, più manganelli". M.A.