La sera del primo giugno, in occasione della partita con il Cosenza che aveva decretato la retrocessione del Brescia in serie C, avevano scatenato il finimondo. A quasi due mesi di distanza, la questura ha fatto un bilancio dell’attività repressiva messa in atto per individuare i responsabili delle violenze.
Risultato: 75 Daspo, di cui 25 aggravati dall’obbligo di firma per altrettanti ultras recidivi, già soggetti ad analoghe misure in passato, per altrettanti tifosi delle Rondinelle, di cui 63 risiedono in provincia, 9 in città e tre fuori Brescia. I provvedimenti, che nel caso dei 25 aggravati saranno in vigore per cinque anni mentre per gli altri per un periodo variabile tra i tre e i dieci anni, sono l’epilogo della minuziosa analisi di oltre sessanta ore di filmati e di 55mila immagini da parte di un gruppo di lavoro creato ad hoc in questura.
Ai 75 tifosi denunciati e “daspati”, si aggiungono i quattro ultras arrestati in differita il giorno dopo la partita. "Abbiamo lavorato sodo per ricostruire ogni singola posizione e capire chi avesse violato norme di sicurezza o commesso reati - ha spiegato il questore Eugenio Spina - Gli scontri di quella serata costituiscono una ferita per la città ma la risposta è stata significativa. Lo Stato c’è, è presente". Ieri il capo della polizia bresciana ha rimesso in ordine tutti i tasselli di quella serata di follia, contenuta schierando 250 uomini supportati dai reparti speciali, dai carabinieri e dagli agenti della Locale. Una serata che ha lasciato sul campo undici addetti delle forze dell’ordine feriti, finiti in prontosoccorso, nel mirino di petardi, fumogeni, sassi e bastoni (un funzionario della questura ha riportato una prognosi di 40 giorni per una bastonata). "Gli scontri sono partiti dalla Curva nord con l’invasione di campo - ha riepilogato Spina - Non è stato facile riportare i tifosi sugli spalti. Ce l’abbiamo fatta ma le violenze sono continuate. In molti si sono portati fino agli ingressi delle tribune vip e lì, dopo aver dato alle fiamme delle auto, alcuni hanno divelto recinzioni e cercato di sfondare i cancelli per raggiungere la tifoseria avversaria in Curva sud. Solo il nostro tempestivo intervento li ha arginati e allontanati".
Beatrice Raspa