
Carabinieri sul luogo della sparatoria
Bergamo, 28 settembre 2018 - «Stavo lavorando in un’abitazione vicina, che è in fase di ristrutturazione. All’improvviso ho sentito delle esplosioni, ho capito subito che erano degli spari, e le urla di una donna. Mi sono affacciato dal giardino e ho visto un uomo che scappava a piedi: aveva una felpa scura con il cappuccio. Mi sono nascosto per non farmi vedere: temevo sparasse anche a me. Poco dopo sono arrivati l’ambulanza e i carabinieri e ho saputo di preciso quello che era accaduto». È la testimonianza di un muratore che ieri mattina, intorno alle 10.40, in località Negrone, nel territorio comunale di Scanzorosciate, stava lavorando a pochi metri di distanza dalla villetta dove una donna è stata ferita alla schiena con almeno tre colpi di pistola 9X21 (ma gli investigatori hanno rinvenuto in totale sei bossoli) che sarebbero stati sparati dall’ex marito, Salvatore D’Apolito, 50 anni, di professione piastrellista, residente a Villasanta, in Brianza. I due erano separati ormai da un anno.
La vittima, che è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico all’ospedale di Bergamo e ora versa in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione, è Flora Agazzi, 53 anni, che da quando si è lasciata con il marito era tornata a vivere con i genitori a Pedrengo, suo paese d’origine. Teatro del tentato omicidio, l’esterno di una villa di via San Pantaleone, dove Flora Agazzi lavorava da tempo come colf e come badante al servizio della padrona di casa, un’anziana di 83 anni.
D’Apolito, che dopo aver sparato all’ex consorte è fuggito a bordo di una Vespa (è un grande appassionato e non si perde un raduno), è ora ricercato dai carabinieri del comando provinciale di Bergamo. Una vera e propria caccia all’uomo, condotta anche attraverso l’ausilio dell’elicottero.
Secondo una prima ricostruzione della vicenda, l’uomo non aveva accettato la separazione e ieri mattina aveva raggiunto Negrone per cercare una riconciliazione con la donna, con la quale i rapporti erano tesi. Dopo averla convinta a uscire dalla villa dove lavorava, D’Apolito le avrebbe prima bucato le gomme dell’auto, una Fiat 16, e poi, al culmine della discussione, mentre lei stava voltandosi per rientrare in casa, le avrebbe sparato almeno tre colpi di pistola al collo e al torace.
«Quando sono accorso sul posto – spiega un tecnico della Vailant che stava lavorando in zona, che è anche un volontario del 118 e ha soccorso la ferita – la donna era cosciente, ma in gravi condizioni». Una donna, che abita in un appartamento poco distante e che è già stata sentita dagli investigatori, ha raccontato di aver visto il presunto sparatore fuggire a piedi subito dopo gli spari. «Quello che è successo – racconta un pensionato che risiede proprio a Negrone – è incredibile. Ancora non mi capacito dell’accaduto. In paese non si parlava d’altro: al bar, dal giornalaio, dal panettiere, dal macellaio, tutti parlavano di quello che era accaduto a quella poveretta».