Proteste anti-lockdown Assolto l’unico a processo

Il 29 ottobre 2020 in duecento si erano dati appuntamento a Bergamo. In dodici avevano pagato multe salate. Il ragazzo di 25 anni era estraneo

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Il tam-tam era partito dai social tramite un volantino diffuso con Whastapp in cui si accennava al raduno in programma quella sera in centro città. Siamo al 29 ottobre del 2020, in piena pandemia che poi, alla luce del numero di vittime, indicherà proprio come Bergamo e provincia tra le zone più martoriate dal virus. Quella sera intorno alle 20 un gruppo di persone tra 150-200 si danno appuntamento a piazzale Marconi, nella zona della stazione. Contestano il Dpcm emanato dal governo presieduto da Conte che indicava le misure da adottare, annunciava nuove restrizioni contro la diffusione del Covid-19. Grazie alle telecamere del sistema di videosorveglianza comunale, gli agenti della Digos ne indentificano tredici dei manifestanti; dodici, tutti giovani e giovanissimi sono stati condannati, con pena sospesa, al pagamento di una sanzione pecuniaria con decreto penale. Le multe oscillano tra i 5-6 mila euro ciascuna e complessivamente sfiorano i 70 mila euro. Solo uno si è opposto al decreto penale di condanna, accettando di sottoporsi al giudizio immediato del tribunale di Bergamo: K.F., 25 anni, italiano, incensurato, studente all’alberghiero, e all’epoca dei fatti operaio residente a Bottanuco. Difeso dall’avvocato Nicola Marannino, ieri in aula ha raccontato di essersi trovato lì per caso. "Mi sono dissociato da ciò che stava accadendo, portavo la mascherina e avevo paura di essere contagiato - ha dichiarato -. Ho sempre seguito le direttive delle forze dell’ordine|. Il pm aveva chiesto la condanna a sei mesi, il giudice Ingrascì lo ha assolto. Francesco Donadoni