Bergamo, costrette a prostituirsi e a vendere a droga ai clienti: scattano 8 arresti

L’operazione dei carabinieri di Treviglio parte dalla denuncia di una donna obbligata dagli aguzzini a “vendersi” sulle provinciali della Bergamasca

Operazione condotta dai carabinieri di Treviglio

Operazione condotta dai carabinieri di Treviglio

Bergamo, 13 marzo 2024 – I Carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno dato corso ad un ordine di esecuzione di misure cautelari delegato dalla Procura della Repubblica di Bergamo nei confronti di 8 persone (di cui cinque portate in carcere, tre sottoposte a misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), di età compresa tra i 33 e 65 anni, di nazionalità italiana, albanese, rumena, moldava e brasiliana allo stato indagate a vario titolo in concorso per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Un ulteriore indagato è stato inoltre denunciato in stato di libertà per gli stessi reati. L'operazione scaturisce da un'indagine condotta, nel periodo novembre 2022 - settembre 2023, dai Carabinieri di Zingonia, a seguito di una denuncia/querela presentata da una giovane costretta a prostituirsi sotto minacce e violenze. La strutturata indagine consentiva di accertare l'esistenza di un sodalizio criminale che reclutava, nel paese di origine, donne costrette a prostituirsi nel territorio bergamasco lungo le arterie stradali dei Comuni di Boltiere, Osio Sopra, Osio Sotto, Dalmine, Lallio e Bergamo, nonché a corrispondere indebitamente quote settimanali per la piazzola occupata. Le donne venivano anche obbligate a proporre e/o cedere ai propri clienti sostanza stupefacente, i cui proventi erano destinati ai protettori. Durante le indagini, a riscontro, in data 4 dicembre 2022 veniva operato un arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rinvenendo 34 grammi circa di cocaina. Inoltre nel corso dell'indagine venivano sequestrati complessivamente 44.000 euro in contanti ritenuto provento delle attività illecite e numerosi cellulari utilizzati per le attività delittuose degli indagati. Gli approfondimenti investigativi permettevano, inoltre, di identificare altri correi che illecitamente concedevano in locazione il proprio domicilio, ove venivano consumati il meretricio e le cessioni di sostanza stupefacente.