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Profughi, nel giorno delle polemiche la prefettura annuncia altri 266 posti

Aggiudicato il bando per l'accoglienza di 266 cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Dovrebbero essere ridistribuiti fra cooperative di Antegnate, Gorle, Valbondione e Bergamo di Rocco Sarubbi

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Bergamo, 10 giugno 2015 - Come promesso, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che sabato mattina sarà presente in città al presidio davanti alla prefettura, ieri ha inviato a tutti i prefetti la lettera in cui chiede «di sospendere le assegnazioni nei Comuni lombardi in attesa che il Governo individui soluzioni di accoglienza temporanea più eque e condivise e idonee che garantiscano reali condizioni di legalità e sicurezza». Quasi contemporaneamente il prefetto di Bergamo, Francesca Ferrandino, ha comunicato l’avviso di aggiudicazione provvisoria del nuovo bando per l’accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Sono stati assegnati in totale 266 posti; il bando, di 2,268 milioni di euro, prevedeva 300 posti, più altri possibili 60.

I 266 posti assegnati sono stati così suddivisi: 40 alla cooperativa Impresa sociale Rinnovamento di Antegnate; 7 alla cooperativa sociale Il Giglio del campo di Gorle; 45 alla cooperativa Sasna srl di Valbondione; e 174 alla cooperativa Impresa sociale Ruah onlus di BergamoMa quanti sono a oggi i migranti accolti nelle strutture di città e provincia? Dal marzo 2014 sono passati 1.200 profughi e attualmente ne sono presenti 550, tuttavia i numeri sono molto fluttuanti. Basti pensare che martedì ne sono arrivati una decina.

Restando ai numeri, Caritas e Cooperativa Ruah hanno accolto 105 persone in città; Botta di Sedrina ne ospita attualmente 93, Casazza 60, Roncobello 45, San Paolo d’Argon 35, Urgnano 43, Treviglio 15, Lizzola 94, Pagazzano 4, Antegnate 35, Monasterolo 25, Vigano San Martino 25, una decina a Martinengo.

Sono molti i cittadini stranieri che transitano soltanto per Bergamo, una tappa interlocutoria del loro lungo viaggio che ha come mete finali i paesi del nord Europa. I migranti, quasi tutti molto giovani, sono in prevalenza del Mali, Gambia, Nigeria, Senegal, Burkina Faso, Pakistan e Bangladesh. I siriani, gli eritrei e gli etiopi si fermano pochi giorni.

Tra coloro che hanno deciso di abbandonare la Bergamasca, ci sono anche sette immigrati che erano ospiti a Lizzola, in Alta Valle Seriana. Hanno salutato gli altri pakistani e sono andati a Milano, dove lavorano , 30 euro al giorno, più vitto e alloggio (ma senza contratto) per distribuire volantini. Alcuni di loro vanno via anche perché esasperati per i tempi lunghi per ricevere la risposta dalla Commissione territoriale per il riconoscimento di asilo politico o di protezione umanitaria. In media sono costretti ad aspettare 545 giorni.

Nel frattempola commissione di Milano ha aperto dai primi di maggio una nuova sede anche a Brescia, che ha avuto un effetto collaterale: chi era in lista per Milano si è visto azzerare l’elenco. Nell’ufficio bresciano, dove sono presenti anche due dirigenti dell’ufficio immigrazione della questura di Bergamo, il lavoro non manca, considerato che si devono esaminare qualcosa come 1.700 pratiche inerenti le province di Bergamo, Mantova e Cremona. La commissione, che si riunisce dal lunedì al venerdì, esamina in media 3-4 pratiche al giorno.