Produrre per pagare le tasse: i ricavi di oltre la metà dell’anno sono assorbiti dalle imposte

La fotografia dell’Osservatorio sulla pressione fiscale che grava sulle piccole e medie imprese. Sondrio la meno colpita, Cremona quella più penalizzata. Pesano in particolare la Tari e le addizionali.

Un operaio

Un operaio

A Sondrio il ‘tax free day’, il primo giorno in cui idealmente le piccole e medie imprese possono tenere nelle casse i ricavi senza doverli spendere per le tasse, è il 1°luglio, mentre a Cremona bisognerà aspettare addirittura il 24 luglio. Entro queste due date stanno tutti gli altri capoluoghi lombardi: ciò vuol dire che le Pmi, le piccole e medie imprese, per più di metà anno lavorano per versare le imposte.

Il quadro arriva dalla nuova edizione dell’Osservatorio sulla tassazione sulle piccole imprese di Cna nazionale “Comune che vai fisco che trovi“, che ha preso come modello un’azienda con cinque dipendenti, 430mila euro di ricavi e 50mila euro di reddito, con un laboratorio di 350 metri quadrati e un negozio di 175 (identikit della maggior parte delle imprese italiane).

L’indagine sulla tassazione delle piccole imprese mostra come in Italia non tutte (114 le città) paghino le stesse tasse, anzi la percentuale varia di diversi punti. In Italia, tra Bolzano e l’ultima in classifica, Agrigento, ci sono oltre 12 punti percentuali di differenza. In Lombardia, tutti i capoluoghi sono sopra il 50%, ma si va da un livello di tassazione del 50,20% a Sondrio al 56,40% di Cremona. Bergamo si assesta al 51%, Brescia al 51,50%, Como al 52,50%, Lecco al 53%. Le differenze dipendono dalle varie voci che vanno a costituire la somma finale di tassazione.

Pesano, in particolare la Tari e le rendite catastali che non sono allineate ai valori commerciali. Ad esempio, per la Tari (tariffa per la gestione dei rifiuti), si va da 1,51 euro al mq di Pavia ai 4,22 euromq di Mantova; le addizionali comunali Irpef passano dallo 0,36% di Lecco allo 0,8% di Sondrio, Milano, Brescia, Como, Monza, Varese, Cremona. Per quanto riguarda l’Imu, per laboratorio o per negozio, si va da un minimo di 0,84% a Monza ad un massimo di 1,14% a Brescia.

L’Osservatorio mostra che comunque nel 2022 la tassazione media sulle imprese è scesa al 52,7% grazie alla deduzione Imu del 100%, l’eliminazione dell’Irap e la rimodulazione dell’Irpef. In generale, il confronto con edizioni precedenti dell’Osservatorio rileva che ovunque il tax free day è stato anticipato: a Brescia, ad esempio, nel 2017 era stato addirittura l’8 agosto, a Sondrio nel 2018 era il 18 luglio, a Bergamo il 2 agosto. A Como nel 2018 la tassazione era al 59%, a Lecco al 58,2%, a Brescia al 59%: il 2022 ha registrato, dunque, una riduzione, anche se resta il punto che le Pmi debbano lavorare comunque più di 6 mesi per assolvere al carico fiscale.