GABRIELE MORONI
Cronaca

Salvini show a Pontida, lancia la super Lega: "Governeremo per trent’anni"

"Sfida all’élite Ue, cadrà il muro di Bruxelles. E sui porti decido io"

Matteo Salvini a Pontida

Pontida (Bergamo), 2 luglio 2018 - Lega nazionale. Super Lega in Europa. Sul palco di Pontida, per il raduno numero 32 del movimento, Matteo Salvini, segretario federale, ministro dell’Interno e vice premier, ribadisce le parole d’ordine, enuncia programmi e indica obiettivi, sdogana prospettive e sogni per una Lega che mai come oggi è stata sua e forse anche per sé, per un futuro di leader europeo. In una domenica canicolare la Lega debutta da partito ‘italiano’ in uno scacchiere transnazionale. 

Dal palco impiantato sul ‘sacro suolo’, Salvini non tarda a enunciarlo. «Non è la Lega che è cambiata. È il mondo che è cambiato. Abbiamo capito che da soli non si andava da nessuna parte. Per vincere bisognava unire l’Italia, come occorrerà unire l’Europa. Io penso a una Lega delle Leghe d’Europa che metta insieme tutti i movimenti liberi e sovrani che vogliono difendere la propria gente, i propri confini, il benessere dei propri figli. È questo il futuro, pacifico e sorridente, a cui stiamo lavorando: governeremo trent’anni». Sguardo alle Europee del 2019, dove presentarsi con una sorta di lista transnazionale. Prima del comizio, Salvini ha spiegato che le elezioni saranno «un referendum fra noi e la élite Ue». Il tema immigrazione viene a strascico di quello sui confini. «In Italia il limite del possibile per accogliere gli stranieri è stato superato. Applicando il catechismo di santa romana Chiesa, le porte d’Italia saranno spalancate per le donne e i bambini che fuggono dalla guerra e arriveranno in Italia in aereo e non in gommone, ma per tutti gli altri no. Gli altri vanno aiutati in casa loro. Dobbiamo spendere veramente per l’Africa». 

Un argomento su cui la Lega e gli alleati dei Cinque Stelle hanno cantato più volte su spartiti diversi. Salvini gioca d’anticipo. «In questi mesi con i nostri compagni di viaggio e di governo, ho trovato in dirigenti e ministri Cinque Stelle persone oneste, intelligenti, coerenti e con la voglia di cambiare il Paese». Pausa breve e sapiente. «Certo, se i porti si aprono o si chiudono lo decide il ministro dell’Interno». Più tardi, fonti del ministero di Infrastrutture e trasporti, guidato dal pentastellato Danilo Toninelli, parlano di un’ottima intesa fra i due ministri sui migranti. «Tuttavia le prerogative sono congiunte tra ministero dei Trasporti e ministero dell’Interno visto che ai Trasporti fanno capo capitanerie e Guardia costiera».

Arriva poi un frontale attacco anti-Ue. «Il prossimo muro che faremo cadere è quello di Bruxelles. Non dico a colpi di ruspa, sennò dicono che sono cattivo».  È prodigo di impegni assunti, impegni alti, ambiziosi. «Cambiare le città, le regioni, il Paese. Ma non ci dobbiamo accontentare. L’obiettivo è cambiare l’Europa». Rinnovo l’impegno a cancellare la Fornero, una legge ingiusta, disumana e profondamente sbagliata, alla faccia di quei chiacchieroni che dicono che si può lavorare fino a settanta, ottanta, novanta anni, loro che non hanno mai lavorato nemmeno per un’ora in una fabbrica, in una fonderia». E aggiunge: «La Fornero andrà cambiata smontandola pezzo per pezzo, introducendo quota cento. Abbasseremo le tasse alle famiglie. Cercheremo di farlo rispettando i vincoli imposti, ma vi do la parola d’onore che, se per dare un futuro ai nostri figli, per evitare che scappino all’estero, per fare stare meglio la nostra gente, si dovrà ignorare uno zero virgola uno imposto da Bruxelles, per me quello zero virgola uno conta meno di zero. Viene prima la felicità dei popoli».

Un monito ai mafiosi («La pacchia è finita»), la speranza di avere entro l’estate la legge che «cancelli gli sconti di pena per assassini e stupratori».  È un Salvini sicuro quello che promette: «Si rassegnino i compagni: l’Italia che noi governeremo per i prossimi trent’anni è un’Italia che non ha paura di niente e di nessuno. È un’Italia orgogliosa e fondata sulle autonomie».