Polizia penitenziaria, la carenza di sottufficiali sfiora il 95%

Brescia, l’ennesima denuncia dei sindacati in attesa della realizzazione di una nuova casa circondariale nel capoluogo

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Brescia necessita di una nuova struttura carceraria. È un dato di fatto su cui la Funzione Pubblica della Cgil di Brescia pone l’accento da anni. Nel frattempo, però serve personale a supporto di quello attualmente impiegato al Nerio Fischione, dove nonostante gli sforzi della polizia penitenziaria i problemi sono all’ordine del giorno. Una maggiore presenza di chi lavora nel carcere non solo ne garantirebbe la sicurezza, ma favorirebbe anche la corretta funzione della pena per coloro che si trovano nella restrizione della libertà personale.

"Il carcere, quale istituzione totale, molto spesso viene collocato ai margini della società, quella stessa società che dovrebbe essere inclusiva, nonostante all’interno vi siano persone, oltre ai detenuti, che a vario titolo prestano la loro opera professionale come: polizia penitenziaria, educatori, personale del Comparto funzioni centrali, dirigenti, assistenti sociali, medici, infermieri, psicologi, psichiatri, volontari, ministri di culto, docenti e così via – spiega Calogero Lo Presti, coordinatore regionale della FP Cgil polizia penitenziaria - Le condizioni lavorative delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria all’interno della struttura del "Nerio Fischione" sono drammatiche e degne di attenzione da parte degli organi istituzionali e politici". Attualmente nella casa circondariale di Canton Mombello ci sono meno di 60 unità tra agenti e assistenti. "Ancora più grave la carenza dei sottufficiali che sfiora il 95% della pianta organica; su 25 ispettori ne sono presenti 2; su 32 sovrintendenti ne è presente appena uno – rimarca Lo Presti - Molto più drammatica la situazione che riguarda il personale dirigente della penitenziaria". Dai sindacati si sottolinea che spesso chi interviene i risse e sommosse non ha i necessari mezzi di protezione. Milla Prandelli