Pizzeria con depandance a luci rosse: arrestati il titolare e la sua famiglia

Una margherita, una birra, e la possibilità di includere nel prezzo anche una prestazione con avvenenti ragazze dell'Est: scoperto giro di prostitute a luci rosse di Michele Andreucci

Prostituzione

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Valbondione, 6 novembre 2014 - «Le avete viste quelle? Ragazze dell’Est arrivate nel nostro comune per portarci via fidanzati e mariti. Dovete fare qualcosa». Erano di questo tenore le segnalazioni arrivate nel 2009 ai carabinieri della caserma di Ardesio da parte di numerose, e allarmatissime, donne, giovani e meno giovani, di Valbondione, in alta Valle Seriana. Proprio come nella canzone “Bocca di Rosa” di Fabrizio De Andrè.  Nel mirino era finito il bar-pizzeria “Le Cascate”, ex circolo Arci, dove, secondo quanto accertato dai militari, a partire dal 2005 i proprietari gestivano un giro di prostituzione, con una ventina di ragazze, tutte provenienti dalla Slovacchia, che intrattenevano i clienti e avevano con loro dei rapporti sessuali a pagamento. Da 50 a 100 euro il costo della prestazione, che durava al massimo 15 minuti, era regolata da un campanello e avveniva in una casa dove alloggiavano le lucciole, distante un centinaio di metri dal bar-pizzeria.

L’organizzazione era gestita dal titolare del locale, M.P., 72 anni; dalla moglie, R.P., 67 anni; dal figlio della coppia, F.P., 44 anni e dalla consorte di quest’ultimo, M.B., 43 anni, di origine slovacca, che ieri sono stati tutti condannati dal gup Alberto Viti a 3 anni di reclusione con il rito abbreviato, per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. I quattro familiari, stando ai risultati dell’inchiesta scattata dopo le denunce delle donne di Valbondione stanche dell’assenza da casa dei coniugi e dei fidanzati, si recavano a turno all’aeroporto di Orio al Serio a prendere le prostitute in arrivo dall’estero. Queste ultime venivano accompagnate a Valbondione e alloggiate in uno stabile poco distante dal locale. Qui, la sera, i clienti andavano a colpo sicuro: sapevano che, oltre a una pizza e a un boccale di birra, potevano anche trovare conforto tra le braccia di avvenenti ragazze straniere.Tutti sono stati sentiti dai militari, nel corso dell’indagine. Qualcuno ha anche rivelato particolari intimi. Come l’uomo che ha raccontato di non aver portato a termine il rapporto con una ragazza, in quanto la campanella era suonata prima ed era stato costretto a lasciare il posto ad un’altra persone in trepida attesa.  Al termine degli accertamenti, nel 2013, M.P. e i suoi parenti erano stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.