REDAZIONE BERGAMO

Prof licenziato per la pipì nel cespuglio, dall'Istituto Falcone lettera a Mattarella

Una mobilitazione per ilr eintegro dell'insegnante: "Voglaimo riavere Rho, riappropriarci delle sue ore di lezione, vere e proprie lezioni di vita"

Stefano Rho (De Pascale)

Bergamo, 15 febbraio 2016 - Una vera mobilitazione quella per il reintegro al liceo linguistico Falcone di Bergamo, di Stefano Rho, il professore 43enne, che il 27 gennaio è stato licenziato, su decisione della Corte dei Conti e dell’Ufficio scolastico provinciale, per non aver dichiarato in un’autocertificazione per il ministero dell’Istruzione la multa di 200 euro che gli era stata comminata la sera di Ferragosto di 11 anni fa per essere stato sorpreso dai carabinieri a fare pipì in un cespuglio ad Averara, dove aveva preso parte ad una sagra. Dopo una lettera dei colleghi ndirizzata al ministro della Pubblica istruzione, Stefania Giannini, al ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, al direttore dell’Ufficio scolastico territoriale della Regione Lombardia, Delia Campanelli, alla sua collega dell’Ufficio scolastico provinciale, Patrizia Graziani e, per conoscenza, al dirigente scolastico del liceo Falcone, Gloria Farisè, ora arriva quella degli studenti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Inizia così: "Lei, dott. Sergio Mattarella è il Presidente di tutti, un punto di riferimento anche nostro, studenti dell’Istituto linguistico “Giovanni Falcone” di Bergamo. Già, intitolazione importante…  Uomo dello Stato, di Legalità, della Giustizia. Mai intitolazione ad una Scuola è stata più appropriata di questa, quasi un ritorno storico come se qualcuno  - da lassù -   avesse voluto far incrociare la storia di un eroe con noi e legarla a quella del nostro  insegnante di Filosofia prof Stefano Rho, del quale certamente conoscerà  l’incredibile vicenda". E spiegano: "Licenziato per una pipì nel cespuglio di 11 anni fa, tanto antica quanto deflagrante  oggi. Un vero e proprio gesto criminale, degno di essere sanzionato con  l’allontanamento dall’insegnamento, strappato a noi allievi, scippato della sua dignità di uomo , padre e marito, senza la possibilità di dare sostentamento alla  propria famiglia. Siamo feriti quanto lui, persona stupenda che da subito ha travalicato il ruolo di  insegnante per porsi a noi come maestro di vita".

"Noi vogliamo riavere subito il nostro prof Rho - continuano dall'Istituto - riappropriarci delle sue ore di lezione,  vere e proprie lezioni di vita. Con questa consapevolezza ci rivolgiamo a Lei. Spesso, noi giovani, siamo al centro dei suoi discorsi pubblici ma troppo spesso ci  confrontiamo con una realtà ben diversa da quella che Lei auspica per noi.  Ci ha spronato ad essere protagonisti del nostro futuro con un presente d’impegno,  studio e responsabilità, ci ha invitato ad essere partecipi di questa società per  condividerne i valori e gli insegnamenti migliori. Certo, noi ci siamo. Non ci tiriamo indietro ma vogliamo contare.  Anche se gli adulti spesso ci confezionano esempi che vanno nel segno opposto. E  non ci riferiamo solo ai fatti negativi di cronaca quotidiana ma anche ai disvalori che  certo mondo politico manda, quello che legifera e norma la vita di tutti. Politici  pronti ad indignarsi di fatti creati dai loro stessi errori e che non sono poi in grado di   gestire né di risolverli. Come nel caso del nostro prof. L’ impotenza di altri non è la nostra e le circostanze impongono soluzioni rapide. Le chiediamo d’incontrarci per parlarne e confrontarci con Lei. Non ci deluda".