FEDERICA PACELLA
Cronaca

Permessi di soggiorno. Tempi troppo lunghi : "Perdiamo il lavoro. Negati tanti diritti"

Brescia, la protesta dei migranti davanti alla sede della Prefettura. La denuncia: senza rinnovi a rischio sanità e gite scolastiche dei figli.

Permessi di soggiorno. Tempi troppo lunghi : "Perdiamo il lavoro. Negati tanti diritti"

Permessi di soggiorno. Tempi troppo lunghi : "Perdiamo il lavoro. Negati tanti diritti"

Un tavolo permanente con lo Sportello Unico per l’Immigrazione della Prefettura, l’Ufficio Immigrazione della Questura, il Comune e la Provincia di Brescia. Lo chiedono le associazioni dei migranti di Brescia che, ieri mattina, hanno organizzato una manifestazione proprio davanti alla Prefettura, con l’auspicio di poter presto parlare con il prefetto. Una manifestazione pacifica per denunciare le ordinarie difficoltà che coinvolgono circa 38mila residenti a Brescia (150mila in tutta la provincia), rispetto soprattutto al rilascio dei permessi di soggiorno.

"Arriviamo a un anno e mezzo di attesa in Questura – ricorda Mustafa Diagne, del Caseb, Coordinamento Associazioni Senegalesi Brescia – per il rinnovo del permesso di soggiorno, che per legge richiederebbe sessanta giorni. Dalla disponibilità di questo documento dipendono la facilità di trovare lavoro, il rinnovo della tessera sanitaria, la possibilità di circolare nell’area Schengen, comprese le gite scolastiche per i nostri figli e le nostre figlie, la corresponsione della pensione, che viene sospesa in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno". Si registrano tempi lunghi anche in prefettura per avere il nulla osta al ricongiungimento famigliare; tra le criticità, anche l’esternalizzazione, da parte del Comune di Brescia, delle attività per il rilascio del certificato di idoneità alloggiativa (indispensabile per ottenere il permesso di soggiorno e il ricongiungimento familiare), con conseguente costo superiore rispetto a quasi tutte le città italiane. Quello che gli oltre cento migranti e attivisti hanno sottolineato ieri mattina è che si chiede solo di rispettare la legge per persone che vivono, lavorano, studiano qui.

"Brescia è considerata una delle ‘capitali’ dell’immigrazione – scrivono in una lettera le associazioni – e viene dipinta come un modello di accoglienza, ma sono ormai decenni che viviamo gli stessi problemi nei nostri rapporti con le istituzioni e la loro burocrazia e anzi la situazione peggiora anziché migliorare". "Chiediamo in incontro con la Prefettura – ha spiegato Umberto Gobbi, Diritti per tutti – e un tavolo permanente di discussione. Se il dialogo non porterà a nulla, o peggio ci venisse negato, non escludiamo forme di protesta più dura".