"Per la vera integrazione la strada è ancora lunga"

Migration

"L’integrazione completa la raggiungeremo quando i ragazzi con background migratorio si iscriveranno all’università nella stessa percentuale degli italiani". Questa l’analisi del dirigente dell’ufficio scolastico di Brescia, Giuseppe Bonelli, intervenuto nella presentazione del Rapporto Immigrazione di Caritas Italia e Fondazione Migrantes, nell’aula magna dell’istituto Fortuny di Brescia. Sui banchi delle scuole di primo ciclo e, in misura minore, delle superiori, la maggior parte dei ragazzi di origine non italiana è di seconda generazione. "Ciò vuol dire che non ci sono forti divari linguistici, ma piuttosto culturali".

La scuola bresciana, dove il 18% degli studenti è di origine straniera, è un esempio di integrazione, per lo meno quella di base. "Ora la sfida è alzare l’asticella – prosegue Bonelli – combattere l’abbandono scolastico, con progetti dedicati, ma anche interagendo con i genitori per combattere la tendenza a far frequentare i figli solo fino ai sedici anni dell’obbligo. Gli iscritti all’università sono un indice importante, perché solo quando si arriverà alle stesse percentuali tra stranieri e italiani negli atenei potremo dire di aver chiuso il cerchio". Altra grande sfida è quella del calo demografico, perché se fino al 2010 la presenza di bambini non italiani ha bilanciato il calo delle nascite, ora iniziano a ridursi le nascite anche nelle famiglie con background migratorio. "Il crollo per ora è forte nel primo ciclo ma dal 2025 arriverà anche nel secondo. Il rischio è che ciò porterà ad esuberi di personale, a meno che non si trovino compensazioni come l’introduzione dell’educazione motoria alle primarie". F.P.