Papa Giovanni XXIII, celebrati i primi dieci anni di vita dell’ospedale

Bergamo, in una grande kermesse ricordati i giorni del trasloco, dell’emergenza Covid e delle tante attività di cura svolte

L’ospedale Papa Giovanni XXIII compie 10 anni (il trasloco dai vecchi Ospedali Riuniti avvenne il 15 dicembre 2012) e i festeggiamenti sono iniziati con una grande kermesse che si è tenuta all’auditorium Parenzan. Sono stati ricordati i giorni drammatici della pandemia, quando gli oltre 4mila dipendenti si sono distinti per il loro lavoro e l’ospedale è stato al centro del mondo, in trincea contro l’avanzata del virus, con una Terapia intensiva tra le più grandi d’Europa. Un video ha ripercorso le tappe cruciali sin dallo scoppio dei primi casi, compreso l’appello passato alla storia lanciato via internet da Stefano Fagiuoli, direttore del Dipartimento di Medicina, perchè i medici di tutto il mondo arrivassero ad aiutare, fino all’ultima ondata: oltre 7.500 pazienti Covid curati.

"Il mio pensiero - ha sottolineato Maria Beatrice Stasi, dg dell’Asst Papa Giovanni - va alle direzioni che mi hanno preceduto, ai primari emeriti, ai collaboratori in pensione che sono stati con noi nei momenti più difficili, ai collaboratori che mostrano ogni giorno un forte senso di appartenenza, e a tutto l’ecosistema che gravita dentro e fuori l’ospedale, fatto di legami basati sull’etica, il senso di unità e la massima professionalità". A ricordare il trasloco un video che ha ripercorso le tappe di quei 6 giorni in cui, sotto la neve, sono stati trasferiti i malati. Da capogiro i numeri dell’attività da quando si è trasferito nella nuova sede: 35 milioni di prestazioni ambulatoriali, 1 milione di pazienti curati in pronto soccorso, 450mila ricoveri, 2.800 trapianti, di cui 300 pediatrici, 345mila interventi chirurgici, 40mila parti, 51 milioni di investimenti in attrezzature, 2mila studi clinici, 3.339 pubblicazioni scientifiche, 100 milioni di ore lavorate dai 4.600 operatori. Tra gli interventi più complicati, quello in piena pandemia, nel marzo 2020, quando un paziente di 54 anni riceve un doppio trapianto di polmoni. M.A.