Osio, duplice omicidio: la condanna 24 anni dopo

Sedici anni in abbreviato per Dehari, ritenuto il complice di un connazionale nell’assassinio di due fratelli albanesi legati al racket della prostituzione

Duplice omicidio a Osio

Duplice omicidio a Osio

Bergamo - Un duplice omicidio che risale a 24 anni fa. Era il 10 ottobre 1998, a Osio Sotto ci fu un regolamento di conti legato al racket della prostituzione. Furono uccisi a colpi di pistola i fratelli albanesi Flamur e Astrid Kolaveri, di 26 e 27 anni. Una faida tra connazionali. Uno degli autori, Peter Dedja, 45 anni, alias Almir Harun, è stato condannato all’ergastolo: decisivo il Dna lasciato su una tazzina di caffè.

A Osio Sotto, oltre a Dedja, per gli inquirenti era presente un complice, Veap Dehari, detto Koli, 53 anni. È sempre stato uno dei due sospettati dei carabinieri, che avevano in mano alcuni documenti con il suo nome e le sue impronte digitali, in un’auto notata a Osio Sotto nei giorni prima del delitto. Ieri Dehari è stato condannato in abbreviato in primo grado dal gup Massimiliano Magliacani a 16 anni. Il pm Chiara Monzio Compagnoni aveva chiesto 20 anni. L’imputato, presente in aula alla lettura della sentenza, è assistito dagli avvocati Filippo Dinacci e Paolo Maestroni, che avevano chiesto l’assoluzione. "Lui frequentava quel bar perché era conosciuto e per la presenza di connazionali. Quel giorno era all’interno. Anche sulla vicenda dell’auto (una Bmw che faceva staffetta per controllare le prostitute) dove sarebbero stati trovati i documenti ci sono cose che non tornano. A partire dal numero di targa diverso. Leggeremo le motivazioni e ci prepareremo per l’appello".

Veap Dehari ha l’obbligo di dimora, mentre la sua famiglia si trova in Albania. Gli inquirenti, tramite l’Interpol, lo avevano rintracciato il 3 luglio del 2019. Usando alcuni alias, era rientrato in patria. Il 17 novembre successivo l’estradizione in Italia, è uscito dal carcere di Cremona per decorrenza dei termini della custodia cautelare. Contro l’imputato ci sono i suoi documenti con impronte ritrovati in un’auto circolata e ritrovata nella zona del delitto e la sua fuga.

A riferire della Bmw - per gli inquirenti alla guida c’era Dehari - era stata una prostituta che aveva notato l’auto con due persone a bordo. Nel parcheggio vicino al bar, i carabinieri avevano notato una Bmw ma con targa diversa rispetto a quella indicata dalla donna. E infatti risultava estranea ai fatti. Mentre appariva sospetta una seconda Bmw che aveva uno sportello aperto. Durante la perquisizione i militari avevano trovato documenti intestati a Dehari (un passaporto, una richiesta di soggiorno per la Francia, una patente internazionale e una albanese). La presenza di Veap nel bar di Osio Sotto era stata confermata dalla proprietaria. Era assieme ad altri tre connazionali. Avevano ordinato da bere. All’improvviso il gruppetto si era allontanato dal locale. Dopo qualche istante aveva sentito quattro o cinque colpi di arma da fuoco in rapida successione e aveva notato due persone a terra in un lago di sangue.