Bergamo-Albania: la rotta della droga. Come agiva la banda dei pezzi grossi

Arrestate 43 persone, fra loro anche un ex viceministro e un procuratore. Scoperte raffinerie per il taglio dell’eroina a Milano e Cremona, oltre a serre di marijuana

Bergamo - Due panetti di cocaina recuperati dalla Polizia stradale di Seriate in A4, nel territorio di Seriate. Siamo nel febbraio 2017. I due panetti, da un chilo ognuno, erano all’interno di uno zainetto abbandonato sulla Milano-Venezia. Da lì si è risaliti al fornitore di droga che è stato arrestato. Da ulteriori accertamenti era emerso che da alcuni anni si dedicava con il fratello al traffico di sostanze stupefacenti per conto di “conoscenti“ residenti in Albania. Insomma, un sottobosco sospetto che bisognava approfondire. Parte da questo episodio la maxi operazione del Servizio centrale d’investigazione sulla criminalità organizzata e del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Brescia della Guardia di Finanza, con il supporto di altri reparti delle fiamme gialle che ha portato ieri all’alba all’arresto di 43 persone, tutte albanesi, tra Italia e Albania.

Otto di loro, accusati di spaccio di eroina, cocaina hascisc e marijuana, sono residenti nella Bergamasca: Terno d’Isola, Azzano San Paolo, Ponte San Pietro, Albano Sant’Alessandro, Dalmine, Sarnico, Stezzano, dove è stata ritrovata anche una pistola. Altri arresti a Brescia (tre, tra cui un albanese residente a Monasterolo del Castello), 1 a Rovigo, 2 a Sassari, poi a Mantova, Lucca e Piacenza, Bolzano, Treviso e anche in Belgio. Una imponente indagine frutto della collaborazione fra la procura di Bergamo e l’autorità giudiziaria albanese. Indagine che aveva già portato nei mesi scorsi all’arresto in flagranza di reato di 62 persone, all’esecuzione di ulteriori 14 misure cautelari personali (in totale sono 119 misure a partire dal 2017) e al sequestro di ingentissime quantità di stupefacente.

Tra le persone finite nei guai anche un ex viceministro, arrestato nel 2021, e un procuratore entrambi albanesi. Un dato che la dice lunga sulle infiltrazioni della criminalità. Scoperte due raffinerie per il taglio dell’eroina, a Milano e Cremona, oltre a due serre di marijuana nelle province di Modena e Mantova. Nella raffineria di Milano veniva lavorata e tagliata eroina pura, una parte era destinata a rifornire lo spaccio nel bosco di Rogoredo, zona spesso al centro delle cronache. I componenti della banda si muovevano su auto di grossa cilindrata (ne sono state sequestrate 22) con doppi fondi.

Le articolate indagini svolte dal Gico della Guardia di Finanza di Brescia e dalla polizia albanese hanno portato al sequestro di oltre 120 chili di cocaina di importazione olandese e di oltre 15 chili di eroina purissime, raffinate per la successiva distribuzione alla clientela, soprattutto l’eroina, nelle due raffinerie sottoposte a sequestro. Come i 129 chili di marijuana e i 92 chili di hashish. Sequestrati beni e disponibilità finanziarie per complessivi 5.068.340,00 euro. È stata attivata anche la Polizia elvetica per l’esecuzione di arresti in Svizzera, mentre un italiano è stato arrestato a Monaco di Baviera con 43 chili di cocaina.