Omicidio di via Novelli a Bergamo, confermata in Appello la condanna a 21 anni per Alessandro Patelli

Il 21enne giardiniere uccise Marwen Tayari con sei coltellate, davanti agli occhi della compagna e delle due figlie

Il luogo dell'accoltellamento e nel riquadro la vittima Marwen Tayari

Il luogo dell'accoltellamento e nel riquadro la vittima Marwen Tayari

Bergamo, 22 settembre 2023 –  Confermati anche in Appello i 21 anni di carcere per  Alessandro Patelli, il giardiniere di  21 anni già condannato in primo grado per l’omicidio del 34enne Marwen Tayari. Patelli uccise la vittima con 6 coltellate l’8 agosto 2021, al culmine di una lite esplosa sotto casa, in via Novelli 4, a Bergamo. Patelli, ai domiciliari in un’altra abitazione, si è scusato oggi in aula: “Chiedo scusa, mi dispiace tanto per quello che è successo, però io non volevo fare del male a nessuno. Ho avuto paura”. Intanto la difesa del giovane aveva chiesto una riduzione della pena, mentre l’accusa una riconferma: “Ha innescato lui la sfida”.

Il diverbio

Era l’8 agosto 2021 quando Alessandro Patelli, proprio sotto la sua abitazione di via Novelli 4, aveva colpito la vittima con 6 coltellate davanti alla compagna di lui e alle loro due figlie, di 12 e 2 anni.

Quel giorno il giovane era uscito di casa per raggiungere con la sua Vespa il campo di famiglia a Trescore Balneario. Tayari, la compagna Eleonora Turco e le due bambine erano seduti sui gradini davanti al portone di casa del ragazzo, dopo aver fatto un giro in centro a Bergamo. Il giovane aveva raggiunto il garage, aveva portato la Vespa in strada, l’aveva parcheggiata vicino ai gradini ed era risalito in casa a prendere il casco. Nell’imboccare il portone d’ingresso dello stabile aveva urtato la figlia più grande della coppia, e Marwen aveva ripreso Patelli. Ne era nato un diverbio, poi il giovane era salito in casa, aveva messo il casco ed era uscito di nuovo.

Accusa e difesa

Secondo l’accusa e le ricostruzioni di alcuni testimoni, quando era sceso in strada con il casco integrale in testa, il ragazzo impugnava già un coltello a farfalla e con quello aveva affrontato Tajari. Secondo la difesa e il racconto dello stesso imputato, lo avrebbe estratto in un secondo momento: aveva paura e, infilata la mano in tasca, aveva trovato il coltello da lavoro e lo aveva impugnato per difendersi e per tenere a distanza il tunisino.

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Le coltellate fatali

Dopo un nuovo scambio di battute tra i due, Tajari era andato incontro a Patelli, che già aveva l’arma in mano. A quel punto il tunisino aveva fatto uno sgambetto al ragazzo, facendolo cadere a terra. È in quel momento che sono partiti i fendenti: i due si sono affrontati a terra e ad avere la peggio è stato il 34enne. Raggiunto dalle coltellate, affondate in zone vitali, si era poi rialzato in piedi, stramazzando al suolo dopo pochi passi: un fendente gli aveva lesionato il cuore.