Bergamo, Marwen Tayari ucciso davanti alle figlie. Il pm: 21 anni per Alessandro Patelli

L’omicidio in via Novelli nell’agosto del 2021 per un banale diverbio scoppiato davanti alla casa dell’imputato. L’accusa riconosce le attenuanti generiche. L’avvocato della difesa chiede l’assoluzione: legittima difesa

Marwen Tayari, 34 anni, con la compagna e le figlie di due e dodici anni

Marwen Tayari, 34 anni, con la compagna e le figlie di due e dodici anni

Bergamo - "La motivazione che ha scatenato questa furia è inferiore rispetto a ciò che ha provocato. Un’esplosione di aggressività per un nulla è la cifra negativa di questo fatto". È un passo della requisitoria del pm Paolo Mandurino, che ha chiesto 21 anni di carcere per Alessandro Patelli, il 21enne che l’8 agosto 2021, al termine di un banale diverbio, ha ucciso con sei coltellate (una al cuore) il tunisino Marwen Tayari, 34 anni. Il pm ha chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche, per via della giovane età di Patelli e l’incensuratezza, da ritenere equivalenti alle due aggravanti contestate: quella dell’aver commesso l’omicidio davanti alle figlie minorenni (all’epoca avevano 2 e 12 anni) della vittima e i futili motivi.

I fatti risalgono all’8 agosto in via Novelli, dove abitava l’imputato. Patelli (che è ai domiciliari) era uscito di casa per andare a Trescore Balneario dove la famiglia ha un terreno. Secondo il racconto della compagna della vittima, l’imputato aveva urtato la loro figlia maggiore provocando il disappunto di Tayari. Il giovane era risalito a casa a prendere il casco. Di nuovo in strada ha un altro affronto con la vittima e spunta il coltello. "Patelli non ha mai avuto né avvertito paura". Semmai il contrario, era stata la paura a spingere Tayari a difendersi con uno sgambetto, in seguito al quale i due poi caddero a terra e l’imputato sferrò le sei coltellate. "Patelli era sotto casa, sarebbe bastato poco per mettersi al sicuro. La paura – per il pm – non c’entra proprio. A chi può far paura un soggetto che cammina con la famiglia".

A differenza di quanto ha sostenuto nelle dichiarazioni spontanee, Patelli avrebbe impugnato il coltello appena uscito da casa la seconda volta, pronunciando frasi di sfida verso Tayari. L’avvocato Enrico Pelillo, per la difesa, ha chiesto l’assoluzione in nome della legittima difesa e in estremo subordine che non sia riconosciuta l’aggravante dei futili motivi, dando all’imputato la possibilità di accedere al rito abbreviato (che assicura lo sconto di un terzo della pena).