FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Omicidio di Roberto Guerrisi, la lite per la figlia e i due colpi al volto a bruciapelo: cosa sappiamo

Pontirolo Nuovo, lo scontro in un’officina. L’ombra di una storia di maltrattamenti. Poi gli spari con la pistola: la vittima ha provato a salvarsi fuggendo

PONTIROLO NUOVO (Bergamo) – Un testimone racconta: “L’ho visto cadere, aveva il volto insanguinato. Credevo fosse un malore”. A terra tracce di sangue. Una scia di alcuni metri che stanno lì a certificare cosa era accaduto: la vittima aveva percorso un pezzo di strada prima di accasciarsi. Il volto insanguinato, le tracce, sono il resoconto di una lite degenerata e sfociata in omicidio. Roberto Guerrisi, 42 anni, origini calabresi, residente a Boltiere, poco prima era stato raggiunto da due colpi di pistola calibro 22.

Siamo a Pontirolo Nuovo, comune della Bassa Bergamasca, a una ventina di chilometri da Bergamo. Sono da poco passate le 14,30 quando in via Bergamo arrivano sei pattuglie dei carabinieri della Compagnia di Treviglio che delimitano l’area. Un ragazzo che abita nelle vicinanze ricorda di aver sentito delle persone litigare animatamente. Quelle persone, pare sei o sette, stavano discutendo nel piazzale della ditta Db car, azienda di via Bergamo che si occupa di riparazione, vendita e noleggio di automobili. La ricostruzione è frammentaria. Pare che la vittima, accompagnata da un parente, fosse andata alla Db car per un chiarimento, un confronto risolutore. Di che natura? Dissapori di natura familiare. Sembra intendesse difendere la figlia da presunti maltrattamenti. Pare si sia presentato a Pontirolo una prima volta nella mattinata, per poi tornare nel pomeriggio. L’ipotesi è al vaglio degli investigatori (carabinieri di Treviglio con i colleghi del Reparto investigativo di Bergamo) coordinati da pm Golluccio, che in queste ore stanno sentendo le persone che si trovavano nella ditta. La situazione all’inizio appare tranquilla, nulla che lasciasse presagire a una soluzione nel sangue. Passano i minuti, gli animi tra i presenti si surriscaldano, come riporta del resto il testimone.

Ed è in questo preciso momento che la discussione degenera. All’improvviso spunta una pistola, da cui partono due colpi all’indirizzo di Guerrisi che viene raggiunto al volto. Il ferito, per quello che si è saputo, ha cercato di scappare all’esterno della ditta, ha attraversato il cortile dell’azienda e poi si è accasciato sull’asfalto nei pressi di una pensilina dell’autobus sulla pista ciclopedonale, a circa venti metri di distanza dal capannone. Un parente del Guerrisi lo ha raggiunto e ha cercato di praticargli un massaggio cardiaco, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Quando sul posto è arrivato il personale sanitario del 118, il 42enne era già morto . Sull’asfalto sono rimaste le tracce di sangue, lasciate nel tentativo di fuga. I carabinieri dopo aver delimitato la zona, si sono messi alla ricerca dell’arma, anche con l’aiuto dei vigili del fuoco, che sono arrivati per illuminare con dei potenti fari la zona dell’omicidio. Intanto in caserma cominciava la sfilata di testimoni e presenti, tutti chiamati a riferire le circostanze di un omicidio per il quale si attende una svolta. Forse già con un fermo nella notte.