Omicidio di Gorlago, Chiara Alessandri a processo

Rito abbreviato condizionato per la 44enne che ammazzò la “rivale“ Stefania Crotti attirandola in una trappola

Chiara Alessandri

Chiara Alessandri

Gorlago (Bergamo), 13 dicembre 2019 - Chiara Alessandri attendeva che il giudice decidesse il suo destino giudiziario seduta in gabbia, le mani sulle ginocchia, avvolta in un piumino rosso. La 44enne di Gorlago ieri mattina ha lasciato il carcere di Verziano, a Brescia, dove è detenuta dal 19 gennaio con l’accusa di aver ucciso a martellate e bruciato la rivale in amore, Stefania Crotti: era in Tribunale all’udienza preliminare a suo carico.

Il gup Alberto Pavan, accogliendo la richiesta della difesa, ha disposto il processo in abbreviato condizionato all’interrogatorio e a una produzione documentale. «Forniremo materiale che attesti quale vita complicata Alessandri abbia vissuto – spiega l’avvocato Gianfranco Ceci, che la assiste –. È provata da quasi un anno di carcere e consapevole di quel che ha fatto. Ha solo voglia di chiedere scusa».

Madre di tre figli, di cui una disabile, sposata a un uomo rimasto invalido per un infortunio, catechista, l’imputata nel 2018 aveva intrecciato una relazione con il compaesano Stefano Del Bello, marito di Stefania, che poi in estate l’aveva lasciata per riavvicinarsi alla moglie. Per la Procura, l’idea di perdere l’amato l’ha trasformata in killer, rea di omicidio premeditato e distruzione di cadavere. Il 17 gennaio avrebbe attirato Stefania nel suo garage con un biglietto per una finta festa a sorpresa organizzata da Del Bello. Nel piano ha coinvolto un amico, estraneo all’indagine. Una volta in trappola, dice l’accusa, la rivale è stata stordita con 4 martellate, caricata nel baule della Mercedes e data alle fiamme nelle campagne di Erbusco, ancora agonizzante. Alessandri ha sempre negato la premeditazione e il rogo del corpo.

Contro di lei sono parte civile il marito, la figlia, la sorella e i genitori della vittima. Il 27 febbraio ci sarà la sua deposizione.