REDAZIONE BERGAMO

Omicidio Seriate, il giorno della difesa: sopralluogo nella villetta

Il legale di Antonio Tizzani, unico indagato e marito della vittima, in casa insieme all’avvocato Giovanna Agnelli e il genetista Giorgio Portera. Occhi puntati sulla cucina, dove è avvenuto il crimine

Antonio Tizzani e Gianna Del Gaudio (De Pascale)

Seriate (Bergamo), 4 aprile 2017 - Omicidio Gianna Del Gaudio, a Seriate il giorno della difesa: il legale di Antonio Tizzani, marito della professoressa, trovata senza vita la notte del 26 agosto scorso, insieme all’avvocato Giovanna Agnelli, e il genetista Giorgio Portera, consulente scientifico di parte, hanno effettuato dei sopralluoghi di natura scientifica - e non solo - nella villetta a schiera di tre piani, compreso l’interrato, nella cui cucina la 63enne era stata uccisa, sgozzata con un fendente da un killer che l’ha sorpresa alle spalle.

Il sopralluogo è iniziato alle 15, per una durata di circa due ore. I Ris di Parma sono stati numerose volte nella villetta di piazza Madonna delle Nevi e i carabinieri hanno concluso che in casa non ci sono tracce di estranei. Conclusioni già in parte contestate dalla difesa del marito della donna, l’ex ferroviere, unico indagato, ma a piede libero, nell’inchiesta.  Anche Tizzani, accompagnato dal suo legale, è tornato più volte a casa, ma sempre assieme ai carabinieri, durante i sopralluoghi svolti per conto della procura. Il pool difensivo ha deciso che il marito della vittima - che ha sempre accusato del delitto uno sconosciuto, incappucciato ed entrato furtivamente in casa - non ha partecipato al sopralluogo odierno.

"Abbiamo eseguito questo sopralluogo a seguito del deposito della relazione del Ris, che era piena di dettagli svolti in parte col contraddittorio, ma i sopralluoghi li avevano effettuati loro - ha spiegato Giorgio Portera al termine del sopralluogo -: dunque, alla rilettura di tutte le analisi depositate, è stato doveroso effettuare questo sopralluogo tecnico per verificare dei dati estrapolati dal Ris". "Una cosa è valutare la scena del crimine dalle fotografie, un altro dal vivo - ha aggiunto -. Ci siamo concentrati in particolare sulla cucina, dov'è avvenuto il crimine, per valutare se una persona si potesse o meno sporcare. Abbiamo visto anche nuove tracce di sangue che precedentemente non erano state valutate".

(ha collaborato GABRIELE MORONI)