Curno, vendetta di sangue: uccide l'ex che vuole separarsi

Marisa a 25 anni accoltellata al cuore dal marito. Il tunisino in carcere: non mi sono rassegnato al divorzio

il box del delitto

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Curno (Bergamo), 4 febbraio 2019 - Marisa Sartori, a soli 25 anni, voleva rifarsi una vita. Era determinata: aveva deciso di voltare pagina e affrettare la separazione dal marito, Ezzedine Arjoun, 35 anni. La coppia già non esisteva più. Il 20 gennaio i due avevano appuntamento in Comune, a Sant’Omobono Imagna, per mettere la parola fine alla loro relazione. Un atto che potrebbe aver scatenato la reazione dell’uomo, che infatti non si è presentato in municipio. Una rabbia covata a lungo, sostenuta forse anche dalla droga, per la quale l’uomo aveva alle spalle qualche precedente.

Alla fine, l’agguato con il coltello - recuperato ieri dai carabinieri - con cui il tunisino, sabato sera intorno alle 20, nel garage di un condominio di via IV novembre, a Curno (Bergamo) ha ucciso la sua ex moglie, parrucchiera in un negozio a Mozzo, colpendola con cinque fendenti, compreso quello letale al cuore. Solo l’autopsia lo stabilirà con certezza. Poi, con la stessa arma, Ezzedine si è rivolto contro la sorella della vittima, Deborha, 23 anni, che aveva cercato di difenderla. È stata ferita all’addome con tre fendenti: soccorsa dai sanitari, è stata subito sottoposta a un delicato intervento all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Le sue condizioni rimangono critiche. A quel punto l’uomo, ancora sporco di sangue, si è incamminato versola stazione dei carabinieri di Curno per costituirsi. Lungo il tragitto si è disfatto del coltello. Ha indicato anche la zona in cui l’aveva gettato, tra i cespugli, dove i militari della Compagnia di Bergamo, coordinati dal pm Fabrizio Gaverini, lo hanno trovato. Arjoun ora si trova nel carcere di Bergamo con le pesanti accuse di omicidio e tentato omicidio. Domani, con tutta probabilità si terrà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip. In caserma, sabato sera, davanti al magistrato, il tunisino, difeso dall’avvocato Rocco Di Sogra, ha spiegato di essere andato lì «per avere un chiarimento con Marisa, non voleva rassegnarsi all’idea di separarsi».

I due si erano sposati in Tunisia nel 2012, un matrimonio a cui i genitori di lei fino all’ultimo si erano opposti. Sono rimasti in Africa per tre anni. Poi il ritorno in Italia. A Sorisole, e a Sant’Omobono Imagna. Il rapporto di coppia però non ha funzionato, e da qui la decisione di lasciarsi. Marisa, come hanno raccontato parenti e i vicini, aveva paura. Sembra che avesse presentato denuncia ai carabinieri (al momento, però non c’è riscontro) e nel frattempo si era rivolta anche a un centro antiviolenza. Era preoccupata, Marisa, tant’è che non tornava mai a casa da sola in via IV novembre, dove vivono i genitori e la sorella. Anche sabato, appena finito di lavorare, ha trovato ad attenderla in auto, una Chevrolet Matiz rossa, la sorella Deborha. Arrivate insieme in via IV novembre, sono scese nei garage. Qui hanno trovato Ezzedine, che le ha subito aggredite. Marisa è stata colpita per prima, si è accasciata a terra in una pozza di sangue; la sorella, intervenuta per difenderla, viene aggredita subito dopo. A dare l’allarme sono stati i vicini che hanno udito le urla.