Omicidio Crotti, il gip: "Tutto premeditato con freddezza"

Per il giudice Chiara Alessandri non ha mai mostrato pentimento

Il gip Tiziana Gueli arriva al carcere di Verziano

Il gip Tiziana Gueli arriva al carcere di Verziano

Brescia, 24 gennaio 2019 - "Chiara  Alessandri ha dimostrato di possedere la capacità di uccidere, l’ha fatto pianificando il delitto nei dettagli e mantenendo nel tempo il proprio proposito criminoso, ovvero quello di eliminare una donna che vedeva come un ostacolo". Per il gip del tribunale di Brescia, Tiziana Gueli, non ci sono dubbi: la 44enne di Gorlago ha premeditato l’omicidio di Stafania Crotti, la moglie dell’uomo con cui tra marzo e agosto 2018 aveva avuto una relazione sentimentale e di cui era ancora innamorata. Un piano studiato da settimane nel quale Chiara Alessandri avrebbe cercato di coinvolgere un incosapevole amico il quale per motivi di lavoro si era defilato. Davanti al rifiuto si era rivolta a un altro conoscente che ignaro di quel che sarebbe successo si è prestato a farle portare a termine il suo folle progetto.

Una volta avuta tra le mani la nemica, l’ha colpita più volte con un martello, poi dopo avere ripulito le tracce di sangue dal pavimento con della candeggina ha caricato il corpo nella sua auto. Con il cadavere nel bagagliaio ha guidato fino alla stradina di campagna tra Erbusco e Adro e, come scrive il gip: "Si è liberata del corpo e degli strumenti utilizzati per l’omicidio tentando di cancellare, mediante il fuoco, ogni traccia e addirittura la possibilità del riconoscimento stesso del cadavere". Una donna fredda nel progettare l’omicidio e altrettanto glaciale nelle ore successive alla sua confessione. "Nell’interrogatorio – prosegue il gip - l’indagata non ha mai mostrato segni pentimento o dispiacere per quanto causato a Stefania Crotti". Impossibile pensare di rimetterla in libertà. "Sussiste il grave rischio infatti – prosegue il gip – che perseveri nei tentativi di occultare le prove. Il comportamento che ha tenuto nell’immediatezza e nei giorni successivi al delitto è indicativo dei suoi elaborati tentativi di sottrarsi alle indagini chiedendo anche a uno dei testimoni di mentire per liberarla da responsabilità". Per il giudice la ricostruzione messa sul tavolo dalla 44enne ex catechista, e madre di tre bambini non regge.

"Non appare credibile la versione difensiva tesa ad accreditare un evento accidentale – si legge nell’ordinanza – Versione incompatibile con i primi accertamenti medico-legali sul cadavere attestanti la presenza sul cranio della vittima di plurime lesioni di natura contusiva ritenute conciliabili con il martello ritrovato sotto il corpo di Stefania Crottti nelle campagne della Franciacorta". A mettere in discussione le parole della rea confessa anche una traccia ematica trovata sullo stipite della porta del ripostiglio. La 44enne agli inquirenti aveva raccontato di essere stata aggredita dalla rivale, di essersi difesa spingendo Stefania Crotti che con la testa era finita contro uno spigolo. "Una traccia con probabilità non da impatto violento, ma da deposito – spiega il gip – E non sono state evidenziate ammaccature sulle porte e sugli stipiti del garage". L’indagine non è chiusa. "Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi – spiega il gip – al fine di capire se altri siano coinvolti, più o meno consapevolmente".