Omicidio Bonomelli. In quattro verso il processo. La vittima fu narcotizzata

Bergamo, si trovò al bar con gli assassini

È fissata l’udienza: il 17 ottobre, davanti al gup Storto. Indagini chiuse e richiesta di rinvio a giudizio. Fascicolo prima del pm Monzio Compagnoni poi al collega Schininà. È l’omicidio dell’imprenditore Angelo Bonomelli, 80 anni, di Trescore Balneario, titolare di un’impresa di pompe funebri, ed ex patron di Villa Ortensie, a Sant’Omobono Terme. In carcere dal 9 novembre 4 persone. Matteo Gherardi, 33 anni (difeso dall’avvocato Gianluca Quadri) che già in passato aveva collezionato denunce per aver stordito le sue vittime con farmaci, compresa una zia; il padre Luigi, 68 anni (assistito da Roberta Zucchinali), la fidanzata di Matteo, Jasmine Gervasoni, 23 anni (difesa da Roberta Zucchinali), e per ultimo l’amico Omar Poretti, 24 anni (difeso da Luca Bosisio). Il pm contesta l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi, rapina e ricettazione, mentre per Poretti anche la detenzione di stupefacenti. I 4, che conoscevano la vittima, gli avevano dato appuntamento in un bar a Entratico, il Sintony, locale che l’80enne frequentava. Un appuntamento-trappola. Era il 7 novembre. La scusa per l’incontro, era per rilanciare il sito internet di Villa Ortensie, l’hotel 4 stelle un vecchio pallino dell’imprenditore. Il primo ad arrivare è Gherardi a cui Bonomelli avrebbe dovuto affidare il rilancio del sito. Gli altri 3 arrivano poco dopo. La vittima e i 4 si fermano a parlare ai tavolini esterni del bar, sorseggiando delle bibite. In quella di Bonomelli, però, a sua insaputa era stato disciolto del Rivotril, un ansiolitico con spiccate proprietà antiepilettiche, in grado di narcotizzarlo in fretta. E che avrà effetti devastanti sull’80enne con problemi al cuore. F.D.