Nuova Treviglio-Bergamo, alzata di scudi dei vertici del Pd

Nuova Treviglio-Bergamo, alzata di scudi dei vertici del Pd
Nuova Treviglio-Bergamo, alzata di scudi dei vertici del Pd

Dura presa di posizione del Pd bergamasco contro il progetto dell’autostrada regionale Interconnessione Pedemontana Brebemi (Ipb), nota come Treviglio-Bergamo poi diventata Treviglio-Dalmine, per il quale è già stata indetta una gara per l’affidamento di progettazione, costruzione e gestione. Secondo i circoli territoriali della pianura e i referenti provinciali del Partito democratico, "serve cambiare strada". Da qui l’invito a Regione di investire il contributo pubblico da 146 milioni previsto per l’Ipb su altri progetti stradali meno impattanti per l’ambiente e considerati più utili. "Dal gennaio 2012, quando la Conferenza dei servizi approvò il progetto preliminare dell’Ipb - sostengono i Dem bergamaschi -, molte cose sono cambiate nel territorio. La Pedemontana non arriverà in territorio bergamasco e la mai finanziata Tratta D (che sarebbe dovuta arrivare a Osio, ndr) è stata riformulata in Tratta D breve con arrivo sulla Teem nel Vimercatese". Viene poi evidenziato che "non è previsto alcun collegamento con la città di Bergamo (l’autostrada si fermerà a Dalmine, ndr)"; "che la Tangenziale di Verdello è entrata in funzione a fine dicembre 2022 togliendo l’ultimo nodo dello scorrimento veicolare nord-sud"; e, infine, che i costi dell’opera hanno raggiunto i 560 milioni "rendendola ancor più insostenibile con i soli fondi del proponente", nonostante il contributo regionale di 146 milioni che, secondo il Pd, potrebbe essere meglio utilizzato "per migliorare la rete viaria esistente, pensando anche alla parte orientale della pianura bergamasca interessata da massicci insediamenti logistici". Il Pd punta poi il dito sull’eccessivo impatto ambientale. "Un’estesa colata di asfalto costituirebbe un’isola di calore che inciderebbe negativamente sull’aumento della temperatura". Sarebbe necessario, invece, per ridurre la produzione di CO2, investire maggiormente nella mobilità sostenibile. Michele Andreucci